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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

28 febbraio 2010 - II domenica di quaresima

Filippesi 3,17-21  Fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.   17 Συμμιμηταί μου γίνεσθε, ἀδελφοί, καὶ σκοπεῖτε τοὺς οὕτω περιπατοῦντας καθὼς ἔχετε τύπον ἡμᾶς. 18 πολλοὶ γὰρ περιπατοῦσιν οὓς πολλάκις ἔλεγον ὑμῖν, νῦν δὲ καὶ κλαίων λέγω, τοὺς ἐχθροὺς τοῦ σταυροῦ τοῦ Χριστοῦ, 19 ὧν τὸ τέλος ἀπώλεια, ὧν ὁ θεὸς ἡ κοιλία καὶ ἡ δόξα ἐν τῇ αἰσχύνῃ αὐτῶν, οἱ τὰ ἐπίγεια φρονοῦντες. 20 ἡμῶν γὰρ τὸ πο

La via del cuore

Segnalo che è in libreria un mio libretto (EDB, 78 pagine, 6,90 euro): La Via del cuore . Scopo è «presentare la struttura portante dell'esperienza cristiana» e la sua essenzialità: vivere nello Spirito a partire dal cuore, inteso come «intimo centro vertice della persona, nascosto punto di contatto tra Dio e uomo e organo di comunione spirituale». Nell'attuale Babele comunicativa e in in'epoca di incontri e scontri tra culture e religioni, il cristiano deve abitare il mistero di Cristo e di lì mettersi in dialogo col mondo. Solo in questo modo gli apostoli poterono farsi comprendere da tutti gli stranieri presenti in Gerusalemme, il mattino di Pentecoste. La riflessione si muove tra l'introspezione psicologica e la riflessione spirituale vera e propria, invitando il lettore a compiere un viaggio interiore per giungere all'essenziale dell'esperienza cristiana. Sommario: Introduzione. I. Caduta. 1. Psiche e cuore. 2. Il cuore in Dio. 3. Il cuore nel mondo. 4. Un

21 febbraio 2010 - I domenica di quaresima

Rm 10,9-10 Se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. 9 ὅτι ἐὰν ὁμολογήσῃς ἐν τῷ στόματί σου κύριον Ἰησοῦν, καὶ πιστεύσῃς ἐν τῇ καρδίᾳ σου ὅτι ὁ θεὸς αὐτὸν ἤγειρεν ἐκ νεκρῶν, σωθήσῃ: 10 καρδίᾳ γὰρ πιστεύεται εἰς δικαιοσύνην, στόματι δὲ ὁμολογεῖται εἰς σωτηρίαν. Paolo ci parla della fede: fede dentro, nel cuore, e fede fuori, sulla bocca. Con la prima si aderisce intimamente al fatto della risurrezione di Gesù; con la seconda si proclama la sua signoria. La prima ci rende giusti di fronte a Dio, ci "giustifica"; la seconda ci salva. Qui, per tutti, si decide la salvezza. Una volta di più, si vede quanto sia decisiva per l'apostolo la risurrezione. Solo colui che intimamente "prende partito" per essa è nel giusto atteggiamento di fronte a Dio. Senza tal

Mercoledì 17 Febbraio 2010 - S. Ceneri

2Cor 5,20 - 6,2 Noi dunque, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso». Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! 5,20 ὑπὲρ Χριστοῦ οὖν πρεσβεύομεν ὡς τοῦ θεοῦ παρακαλοῦντος δι'ἡμῶν: δεόμεθα ὑπὲρ Χριστοῦ, καταλλάγητε τῷ θεῷ. 21 τὸν μὴ γνόντα ἁμαρτίαν ὑπὲρ ἡμῶν ἁμαρτίαν ἐποίησεν, ἵνα ἡμεῖς γενώμεθα δικαιοσύνη θεοῦ ἐν αὐτῷ. 6,1 Συνεργοῦντες δὲ καὶ παρακαλοῦμεν μὴ εἰς κενὸν τὴν χάριν τοῦ θεοῦ δέξασθαι ὑμᾶς 2 λέγει γάρ, Καιρῷ δεκτῷ ἐπήκουσά σου καὶ ἐν ἡμέρᾳ σωτηρίας ἐβοήθησά σοι: ἰδοὺ νῦν καιρὸς εὐπρόσδεκτος, ἰδοὺ νῦν ἡμέρα σωτηρίας. Ciascu

Zio Vanja

Zio Vanja , di Anton Cechov (adattamento di Gabriele Vacis e Federico Perrone, regia di Gabriele Vacis, teatro Metastasio, 3-7 febbraio 2010) è un testo denso, nel quale mille temi si intrecciano a tessere una trama tanto fitta quanto è a prima vista insignificante quel che sulla scena accade. Vien da domandarsi il perché del titolo, ovverosia il fuoco posto su Vanja quando, a ben vedere, altri personaggi godono delle medesime attenzioni. La risposta, non scontata né univoca, offre una possibile pista di lettura per una vicenda tanto poliedrica. In un primo tempo (e questo appartiene all'antefatto), Vanja ha vissuto l'ideale, rappresentato dal servizio al professor Serebrjakov al quale, insieme alla nipote Sonia, ha dedicato tempo e fatiche. In un secondo momento egli vive la disillusione: ciò per cui ha speso la parte migliore della sua vita si è rivelato inganno. Perché mai l'idolo è caduto? Lo scorrere del tempo e la presa di coscienza dell'incontrastato dominio dell

VIII domenica del tempo ordinario, anno C

1Cor 15,54-58 54 ὅταν δὲ τὸ φθαρτὸν τοῦτο ἐνδύσηται ἀφθαρσίαν καὶ τὸ θνητὸν τοῦτο ἐνδύσηται ἀθανασίαν, τότε γενήσεται ὁ λόγος ὁ γεγραμμένος, Κατεπόθη ὁ θάνατος εἰς νῖκος. 55 ποῦ σου, θάνατε, τὸ νῖκος; ποῦ σου, θάνατε, τὸ κέντρον; 56 τὸ δὲ κέντρον τοῦ θανάτου ἡ ἁμαρτία, ἡ δὲ δύναμις τῆς ἁμαρτίας ὁ νόμος: 57 τῷ δὲ θεῷ χάρις τῷ διδόντι ἡμῖν τὸ νῖκος διὰ τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ. 58 Ὥστε, ἀδελφοί μου ἀγαπητοί, ἑδραῖοι γίνεσθε, ἀμετακίνητοι, περισσεύοντες ἐν τῷ ἔργῳ τοῦ κυρίου πάντοτε, εἰδότες ὅτι ὁ κόπος ὑμῶν οὐκ ἔστιν κενὸς ἐν κυρίῳ. 54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria. 55 Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? 56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. 57 Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! 58 P

VII domenica del tempo ordinario, anno C

A motivo del sopraggiungere della quaresima, la lettura del c. 15 di 1Cor si interrompe. Ho voluto tuttavia completare la riflessione sui brani proposti dalla liturgia festiva.   1Cor 15,45-49 45 οὕτως καὶ γέγραπται, Ἐγένετο ὁ πρῶτος ἄνθρωπος Ἀδὰμ εἰς ψυχὴν ζῶσαν: ὁ ἔσχατος Ἀδὰμ εἰς πνεῦμα ζῳοποιοῦν. 46 ἀλλ' οὐ πρῶτον τὸ πνευματικὸν ἀλλὰ τὸ ψυχικόν, ἔπειτα τὸ πνευματικόν. 47 ὁ πρῶτος ἄνθρωπος ἐκ γῆς χοϊκός, ὁ δεύτερος ἄνθρωπος ἐξ οὐρανοῦ. 48 οἷος ὁ χοϊκός, τοιοῦτοι καὶ οἱ χοϊκοί, καὶ οἷος ὁ ἐπουράνιος, τοιοῦτοι καὶ οἱ ἐπουράνιοι: 49 καὶ καθὼς ἐφορέσαμεν τὴν εἰκόνα τοῦ χοϊκοῦ, φορέσομεν καὶ τὴν εἰκόνα τοῦ ἐπουρανίου. 44 Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che 45 il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. 46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. 47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. 48 Come è

14 febbraio 2010 - VI domenica del tempo ordinario

1Cor 15,16-19 16 Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; 17 ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 19 Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. 16 εἰ γὰρ νεκροὶ οὐκ ἐγείρονται, οὐδὲ Χριστὸς ἐγήγερται: 17 εἰ δὲ Χριστὸς οὐκ ἐγήγερται, ματαία ἡ πίστις ὑμῶν, ἔτι ἐστὲ ἐν ταῖς ἁμαρτίαις ὑμῶν. 19 εἰ ἐν τῇ ζωῇ ταύτῃ ἐν Χριστῷ ἠλπικότες ἐσμὲν μόνον, ἐλεεινότεροι πάντων ἀνθρώπων ἐσμέν. Su questo articolo del Credo - la risurrezione - si decide se la nostra fede è vuota. La sostanza della fede cristiana sta infatti proprio in questo: nella vittoria totale sulla morte. Vivere da cristiani significa acquisire progressivamente la vita del Risorto. Niente deve andare perduto. Se non è questo, il cristianesimo è una dottrina tra le altre, una filosofia tra le tante. Se la morte mantiene il suo dominio, allora il mistero pasquale risulta un guscio vuoto, privo di c

La "mistica a rovescio" di Platonov, parassita dell'amore

Platònov, questo il nome del protagonista, maestro elementare della provincia russa, dongiovanni da sempre e sino alla fine, ovvero agli spari esplosi da una delle sue deluse amanti. Difficile ritenere casuale l'assonanza con il nome di Platone, tanto più che nel dramma si fa cenno al famoso "amore platonico", nell'uso comune l'amore non sensuale che trova il suo appagamento nella pura unione degli spiriti (il che di autenticamente platonico non ha poi molto). L'amore platonico è per l'appunto quel che è del tutto assente dalla vicenda di Platonov, ovviamente impegnato a sedurre, con successo, i vari personaggi femminili. Egli ama, ama molto, ama tutte, dando davvero l'impressione di essere, come lui stesso dice, uno scarafaggio che vaga nella stanza senza trovare mai il proprio posto. Il fatto è che, semplicemente, quel posto non c'è. Non c'è alcun "dopo" che dia senso e direzione al "prima". Non c'è bisogno di sottolin

7 febbraio 2010 - V domenica del tempo ordinario

1Cor 15,3-5 3 παρέδωκα γὰρ ὑμῖν ἐν πρώτοις, ὃ καὶ παρέλαβον, ὅτι Χριστὸς ἀπέθανεν ὑπὲρ τῶν ἁμαρτιῶν ἡμῶν κατὰ τὰς γραφάς, 4 καὶ ὅτι ἐτάφη, καὶ ὅτι ἐγήγερται τῇ ἡμέρᾳ τῇ τρίτῃ κατὰ τὰς γραφάς, 5 καὶ ὅτι ὤφθη Κηφᾷ, εἶτα τοῖς δώδεκα. A voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, e cioè che Cristo: - morì per i nostri peccati secondo le Scritture - fu sepolto - è risorto il terzo giorno secondo le Scritture - apparve a Cefa e quindi ai Dodici. I nuclei generatori del capitolo 15 della 1 Corinzi, che sono poi altrettanti problemi che si ponevano nella comunità di Corinto, sono due. Alcuni affermavano che: 1. non esiste risurrezione dei morti (v. 12) 2. ammesso che esista, come e con quale corpo i morti risorgono? (v. 35). La lettura si occupa del primo problema. Paolo ricorda l'unanime insegnamento apostolico, tramandato nella Chiesa: Cristo è morto e risorto. Questa Buona Notizia (Vangelo) non è manipolabile a piacimento. Non è possibile sapere di preciso quali dottrin