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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

1 domenica di avvento - anno C: Salmo 25,1

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Traduzione CEI 2008 e TILC: A te, Signore, innalzo l'anima mia. traduzione latina ufficiale (Nova Vulgata): Ad te, Domine, levavi animam meam Una frase del Nuovo Testamento (dalla medesima liturgia): Lc 21,25-36 Vi saranno segni... alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi: i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e ansie della vita. Vegliate, per avere la forza di presentarvi al Figlio dell'uomo. I Padri hanno descritto la preghiera come una elevazione dell'anima a Dio. Raccogliamo la nostra interiorità dispersa su una miriade di oggetti esteriori e la volgiamo a Dio. Ci innalziamo fino a lui. Ci protendiamo verso lui. Ci mettiamo alla sua presenza. Chi si innalza fino a Dio: non si dissipa, non si ubriaca, non affoga nell'ansia, alza il capo al di sopra del semplice orizzonte mondano, è in grado di cogliere i segni della liberazione.

Nuovo ciclio triennale

E così siamo arrivati alla fine di un (altro) ciclo, il commento alla seconda lettura festiva, condotto più che altro a partire dall'opera di S. Tommaso d'Aquino. Con l'avvento 2012 prende il via il progetto "Ruminar Salmi", una proposta di meditazione su una frase tratta dal salmo responsoriale della liturgia domenicale. Si tratta di un video settimanale pubblicato su Youtube della durata di 3 minuti circa, che riporta due o tre traduzioni della frase in questione, una o due frasi del Nuovo Testamento dalle letture della stessa liturgia, per collegare l'Antico al Nuovo, un pensiero di commento (spesso ispirato ai Padri della Chiesa) e infine un suggerimento per la ruminazione. La ruminazione è la ripetizione di una breve preghiera o frase biblica, con esclusione di ogni altro pensiero. Settimanalmente posterò il link e il sommario del contenuto. Per tre anni. O almeno così speriamo.

25 novembre 2012 - XXXIV domenica del tempo ordinario (Cristo Re)

Apocalisse 1,8 Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! Ἐγώ εἰμι τὸ Ἄλφα καὶ τὸ Ὦ, λέγει κύριος ὁ θεός, ὁ ὢν καὶ ὁ ἦν καὶ ὁ ἐρχόμενος, ὁ παντοκράτωρ. Ego sum alpha et omega, principium et finis, dicit Dominus Deus; qui est, et qui erat, et qui venturus est, omnipotens. L'espressione, che ricorre tre volte nell'Apocalisse (1,8; 21,6; 22,13), richiama Dio come principio (alfa) e fine (omega) dell'uomo e della creazione: tutto viene da Dio come principio e tende verso di lui come fine ( A .). Il fine ultimo non può essere che il bene massimo, al quale tutto è ordinato, e che mette in movimento tutto, venendo in tal modo ad essere anche causa prima ( B .). A. Super Sent., lib. 1, distinctio 2, quaestio 1, prooemium Postquam inquisivit ea de quibus agendum est in hoc opere, hic prosequitur suam intentionem, et dividitur in duas partes. Cum enim, ut supra dictum est, in prooem., sacrae doctrinae intentio sit circa d

18 novembre 2012 - XXXIII domenica del tempo ordinario

Ebrei 10,12-14 Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. οὗτος δὲ μίαν ὑπὲρ ἁμαρτιῶν προσενέγκας θυσίαν εἰς τὸ διηνεκὲς ἐκάθισεν ἐν δεξιᾷ τοῦ θεοῦ, τὸ λοιπὸν ἐκδεχόμενος ἕως τεθῶσιν οἱ ἐχθροὶ αὐτοῦ ὑποπόδιον τῶν ποδῶν αὐτοῦ: μιᾷ γὰρ προσφορᾷ τετελείωκεν εἰς τὸ διηνεκὲς τοὺς ἁγιαζομένους. hic autem unam pro peccatis offerens hostiam, in sempiternum sedet in dextera Dei, de cetero exspectans donec ponantur inimici eius scabellum pedum eius. 14 Una enim oblatione, consummavit in sempiternum sanctificatos. A. Summa theologiae IIIª q. 83 a. 1 Videtur quod in celebratione huius sacramenti Christus non immoletur. SEMBRA che nella celebrazione di questo sacramento Cristo non venga immolato. Infatti: 1. Dicitur enim Hebr. X, quod Christus una oblatione consumm

11 novembre 2012 - XXXII domenica del tempo ordinario

Ebrei 9,27-28 Come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza. καὶ καθ' ὅσον ἀπόκειται τοῖς ἀνθρώποις ἅπαξ ἀποθανεῖν, μετὰ δὲ τοῦτο κρίσις, οὕτως καὶ ὁ Χριστός, ἅπαξ προσενεχθεὶς εἰς τὸ πολλῶν ἀνενεγκεῖν ἁμαρτίας, ἐκ δευτέρου χωρὶς ἁμαρτίας ὀφθήσεται τοῖς αὐτὸν ἀπεκδεχομένοις εἰς σωτηρίαν. Et quemadmodum statutum est hominibus semel mori, post hoc autem iudicium, sic et Christus semel oblatus est ad multorum exhaurienda peccata, secundo sine peccato apparebit exspectantibus se, in salutem. Cristo doveva liberarci dal peccato e dalla morte, dalla radice velenosa e dai suoi effetti letali, per questo ha voluto morire (prima liberazione) e risuscitare (seconda liberazione). La sua morte è per noi liberazione dal peccato (ecco il testo di Ebrei)

4 novembre 2012 - XXXI domenica del tempo ordinario

Ebrei 7,23-25 [Nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. καὶ οἱ μὲν πλείονές εἰσιν γεγονότες ἱερεῖς διὰ τὸ θανάτῳ κωλύεσθαι παραμένειν: ὁ δὲ διὰ τὸ μένειν αὐτὸν εἰς τὸν αἰῶνα ἀπαράβατον ἔχει τὴν ἱερωσύνην: ὅθεν καὶ σῴζειν εἰς τὸ παντελὲς δύναται τοὺς προσερχομένους δι' αὐτοῦ τῷ θεῷ, πάντοτε ζῶν εἰς τὸ ἐντυγχάνειν ὑπὲρ αὐτῶν. Et alii quidem plures facti sunt sacerdotes, idcirco quod morte prohiberentur permanere; hic autem eo quod maneat in aeternum, sempiternum habet sacerdotium. Unde et salvare in perpetuum potest accedentes per semetipsum ad Deum, semper vivens ad interpellandum pro nobis. A. Commento al Simbolo degli Apostoli , art. 6: "è salito al cielo e siede alla destra di Dio P