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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

1 luglio 2012 - XIII domenica del tempo ordinario

2Corinzi 8,9 Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. γινώσκετε γὰρ τὴν χάριν τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ, ὅτι δι' ὑμᾶς ἐπτώχευσεν πλούσιος ὤν, ἵνα ὑμεῖς τῇ ἐκείνου πτωχείᾳ πλουτήσητε. Scitis enim gratiam Domini nostri Iesu Christi, quoniam propter vos egenus factus est, cum esset dives, ut illius inopia vos divites essetis. Nel suo commento a Isaia 9,6 (Parvulus enim natus est nobis, ci è stato dato un piccolo, Super Isaiam, cap. 9 lectio 1), S. Tommaso osserva che Gesù è stato piccolo 1. nella nascita (bambino) 2. nei beni materiali (povero; ecco 2Cor 8,9) 3. nel cuore (umile) 4. nella morte (crocifisso). Notandum super illo verbo, parvulus natus est, quod Christus dicitur parvulus: * primo in nativitate propter aetatem. Matth. 2: intrantes domum invenerunt puerum cum Maria matre ejus. * Secundo possessione, propter paupertatem. 2 Cor. 8: scitis

24 giugno 2012 - Natività di S. Giovanni Battista

Atti 13,25 Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. ὡς δὲ ἐπλήρου Ἰωάννης τὸν δρόμον, ἔλεγεν, Τί ἐμὲ ὑπονοεῖτε εἶναι; οὐκ εἰμὶ ἐγώ: ἀλλ' ἰδοὺ ἔρχεται μετ' ἐμὲ οὗ οὐκ εἰμὶ ἄξιος τὸ ὑπόδημα τῶν ποδῶν λῦσαι. Cum impleret autem Ioannes cursum suum, dicebat: Quem me arbitramini esse, non sum ego; sed ecce venit post me, cuius non sum dignus calceamenta pedum solvere. Nella sua Catena Aurea (Glossa continua super Evangelia), s. Tommaso raccoglie i commenti dei padri ai Vangeli. Circa Mc 1,7 ("Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali") sintetizza tra gli altri i commenti di Giovanni Crisostomo e Gregorio Magno. Crisostomo : Il Battista non si proclama nemmeno degno di essere annoverato tra i servi di Cristo. E' infatti gran cosa chinarsi sul mistero dell'incarnazi

17 giugno 2012 - XI domenica del tempo ordinario

2Corinzi 5,6-8 Comunque pieni di fiducia e consapevoli che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Θαρροῦντες οὖν πάντοτε καὶ εἰδότες ὅτι ἐνδημοῦντες ἐν τῷ σώματι ἐκδημοῦμεν ἀπὸ τοῦ κυρίου, διὰ πίστεως γὰρ περιπατοῦμεν οὐ διὰ εἴδους θαρροῦμεν δὲ καὶ εὐδοκοῦμεν μᾶλλον ἐκδημῆσαι ἐκ τοῦ σώματος καὶ ἐνδημῆσαι πρὸς τὸν κύριον. Audentes igitur semper, scientes quoniam dum sumus in corpore, peregrinamur a Domino (per fidem enim ambulamus, et non per speciem), audemus autem, et bonam voluntatem habemus magis peregrinari a corpore, et praesentes esse ad Dominum. Da queste espressioni paoline S. Tommaso deduce che subito dopo la morte c'è la retribuzione per l'anima, la quale tuttavia mantiene una tendenza a riunirsi al corpo. Questo non rende inutile il giudizio universale (B.). A. Summa Theologiae Iª-IIae q. 4 a

10 giugno 2012 - SS. Corpo e Sangue di Cristo

Ebrei 9,11-12 Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna. Χριστὸς δὲ παραγενόμενος ἀρχιερεὺς τῶν γενομένων ἀγαθῶν διὰ τῆς μείζονος καὶ τελειοτέρας σκηνῆς οὐ χειροποιήτου, τοῦτ' ἔστιν οὐ ταύτης τῆς κτίσεως, οὐδὲ δι' αἵματος τράγων καὶ μόσχων διὰ δὲ τοῦ ἰδίου αἵματος, εἰσῆλθεν ἐφάπαξ εἰς τὰ ἅγια, αἰωνίαν λύτρωσιν εὑράμενος. Christus autem assistens pontifex futurorum bonorum, per amplius et perfectius tabernaculum, non manufactum, id est, non hujus creationis; neque per sanguinem hircorum aut vitulorum, sed per proprium sanguinem introivit semel in Sancta, æterna redemptione inventa. La frase di Ebrei compare nella Summa nella discussione sulla passione di Cristo e il suo sacerdozio eter