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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Pier Paolo Pasolini, Porcile

Desolato e desolante, Porcile racconta il malessere di Julian, nel quale si ravvisa agevolmente lo stesso Pasolini, impigliato nella duplice rete del mondo esteriore e interiore. Il primo è rappresentato dai Klotz, i suoi genitori, ricchi borghesi, dei quali è figlio «né ubbidiente né disubbidiente», e dalla sua ragazza, Ida, con la quale non riesce a trovare un rapporto definito e sereno. In questo mondo Julian è un disadattato, che cerca rifugio altrove, appunto nel porcile della fattoria di cui è proprietaria la famiglia. Qui egli è solito rifugiarsi segretamente per misteriosi appuntamenti non meglio identificati (il testo rimane ambiguo e non occorre definire, anzi è bene mantenere il mistero). Qui, in questa cifra del mondo interiore, ritrova se stesso, o almeno ci prova. L'esito di questo tentativo sarà infatti tragico: i porci lo divoreranno interamente, senza lasciar di lui "nemmeno un capello", e del suo tormentato passaggio in questo mondo non resterà traccia

II domenica di avvento, ufficio delle letture

Dal Commento sul profeta Isaia di Eusebio, vescovo di Cesarea (PG 24,366-367) Lettura quanto mai maltrattata dai curatori di LO: non ci sono solo i soliti tagli e le solite traduzioni piamente fantasiose, ma anche due trasposizioni di testo. Prima di tutto riportiamo il testo greco nella sua forma originale, eccetto i tagli maggiori, segnalati da (...). Siamo nel libro II: 16. (...) φωνὴ βοῶντος ἐν τῇ ἐρήμῳ Ἑτοιμάσατε τὴν ὁδὸν κυρίου, ⸤τοῦτ’ ἔστι τὸ εὐαγγελικὸν κήρυγμα <ἢ> ἡ καινὴ παράκλησις αὕτη ἡ πᾶσιν ἀνθρώποις γνωσθήσεσθαι τὸ σωτήριον τοῦ θεοῦ ἐπιζητοῦσα.⸥ ⸢σαφῶς παρίστη μὴ ἐν τῇ Ἰερουσαλὴμ γενήσεσθαι τὰ θεσπιζόμενα, ἀλλ’ ἐπὶ τῆς ἐρήμου, λέγω δὲ τὸ ὀφθήσεσθαι τὴν δόξαν κυρίου καὶ τὸ πάσῃ σαρκὶ γνωσθήσεσθαι τὸ σωτήριον τοῦ θεοῦ. καὶ ταῦτα μὲν ἐπληροῦτο πρὸς ἱστορίαν καὶ λέξιν ἐπὶ τοῦ βαπτιστοῦ Ἰωάννου κηρύσσοντος τὴν σωτήριον θεοφάνειαν ἐν τῇ ἐρήμῳ τοῦ Ἰορδάνου, ἐν ᾗ καὶ τὸ σωτήριον ὤφθη τοῦ θεοῦ. αὐτὸς ὁ Χριστός, ἥ τε δόξα αὐτοῦ τοῖς πᾶσιν ἐγνώσθη, ὅτε βαπτισθέντος αὐτο

I domenica di avvento, ufficio delle letture

Dalle Catechesi di S. Cirillo di Gerusalemme, vescovo (15,1-3; PG 33, 870-874) 1. Noi annunziamo la venuta di Cristo. Non però una sola, ma anche la seconda, molto più bella della prima. La prima, infatti, doveva mostrare la pazienza, mentre l'altra porta la corona della regalità. Per lo più, infatti, tutto è duplice nel Signore nostro Gesù Cristo. Duplice è la generazione, una da Dio, prima del tempo, e l'altra da una vergine nella pienezza del tempo. Due sono anche le discese. Una nascosta, come sul vello (Gdc 6,37-40), la seconda, futura, manifesta. Nella prima venuta fu avvolto in fasce in una mangiatoia, nella seconda vestirà la luce come un manto (Sal 104,2). Nella prima accettò la croce disprezzando il disonore (Eb 12,2), nell'altra avanzerà pieno di gloria, scortato da schiere di angeli. Non rimaniamo dunque soltanto alla prima venuta, ma attendiamo anche la seconda. E se nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21,9), a

Ruminare i salmi: siamo alla conclusione

Caro amico, cara amica, iniziato tre anni fa, il percorso di 'Ruminar salmi' finisce. Il ciclo liturgico è completato, e questo è sufficiente. E' stato un bell'arricchimento per me e, spero, anche per te. Chi vuole, continuerà da solo. Ecco tre testi utili per approfondire: * Una monaca cistercense, La Parola ruminata , Ed. Paoline, 2000 * Franco Mosconi, Ruminare la Scrittura. Introduzione alla Lectio divina , Ed. Il Margine 2010. * Clodovis Boff, Come fare meditazione. Il metodo della «ruminazione» , Ed. Paoline 2010. Grazie per questo tratto percorso insieme e auguri per il tuo cammino! Ti lascio con questo testo di S. Agostino ( Esposizione sul Salmo 141,1): «"Un tesoro desiderabile è riposto nella bocca del sapiente; lo stolto viceversa se lo inghiotte" (Pr 21,20). Esortiamo pertanto la vostra Carità a nascondere - ci si permetta la parola - nel ventre della memoria le cose ascoltate: meditatele ancora e col pensiero in certo qual modo ruminatele

Non dirlo. Il Vangelo di Marco secondo Veronesi

Scelta doppiamente coraggiosa, quella di Sandro Veronesi. Mettere e tenere su uno spettacolo di pressoché due ore interamente consistente in un monologo non è cosa da poco, né di poco rischio. Peggio che mai se la storia è il Vangelo, da tempo retrocesso dalla serie A della cultura come roba da preti e catechismo, sottocultura per vecchiette più o meno arzille. Al più, tratto fuori dal cilindro come materia su cui esercitare e sfoggiare la propria superiore dialettica, ennesima prova - se necessaria - della ben nota superiorità dell'uomo moderno, che lo salvaguarda dai vecchi e rassicuranti dogmi dei quali (ahimè) il premoderno invece aveva disperato bisogno. "Non dirlo" supera a pieni voti tutte queste prove. Veronesi si dimostra abile e avvincente narratore, rispettando il testo evangelico senza stravolgerlo né strumentalizzarlo. Sia chiaro: non siamo di fronte a un discorso pio, ma a un tentativo, pienamente laico, di cogliere e accogliere il Vangelo per quel che è agl

Cristo Re dell'universo, anno B: Salmo 93,2

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Ruminare i Salmi - Salmo 93 (Vulgata / liturgia 92),2: CEI Stabile è il tuo trono da sempre, dall’eternità tu sei. TILC Tu sei eterno, o Signore, saldo è il tuo trono, da sempre. NV Firmata sedes tua ex tunc, a saeculo tu es. V Parata sedes tua ex tunc, a saeculo tu es. Apocalisse 1,8 Dice il Signore Dio: «Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!». Giovanni 18,37 «Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Cassiodoro : Con queste parole, il salmo allude all'umanità e alla divinità unite nella persona di Cristo, che siede re a un tempo alla destra del Padre e nei cuori dei fedeli. 'Parata sedes tua, Deus, ex tunc; a saeculo tu es'. Ipse est quartus locus quem supra diximus a potestate. Sive illam sedem vult intelligi qua sedet ad dexteram Patris, sive istam quam habet in mente fidelium, sicut legitur: 'Super qu

XXXIII domenica del tempo ordinario, anno B: Salmo 16,5

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Ruminare i Salmi - Salmo 16 (Vulgata / liturgia 15),5: CEI Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. TILC Sei tu, Signore, la mia eredità, il calice che mi dà gioia; il mio destino è nelle tue mani. NV Dominus pars haereditatis meae et calicis mei: tu es qui detines sortem meam. V Dominus pars haereditatis meae et calicis mei: tu es qui restitues haereditatem meam mihi. Ebrei 10,12-14 Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Marco 13,28-29 Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. Baldovino di Ford : Giacobbe chiede al figl