I domenica di avvento, ufficio delle letture

Dalle Catechesi di S. Cirillo di Gerusalemme, vescovo (15,1-3; PG 33, 870-874)

1. Noi annunziamo la venuta di Cristo. Non però una sola, ma anche la seconda, molto più bella della prima. La prima, infatti, doveva mostrare la pazienza, mentre l'altra porta la corona della regalità. Per lo più, infatti, tutto è duplice nel Signore nostro Gesù Cristo. Duplice è la generazione, una da Dio, prima del tempo, e l'altra da una vergine nella pienezza del tempo. Due sono anche le discese. Una nascosta, come sul vello (Gdc 6,37-40), la seconda, futura, manifesta. Nella prima venuta fu avvolto in fasce in una mangiatoia, nella seconda vestirà la luce come un manto (Sal 104,2). Nella prima accettò la croce disprezzando il disonore (Eb 12,2), nell'altra avanzerà pieno di gloria, scortato da schiere di angeli. Non rimaniamo dunque soltanto alla prima venuta, ma attendiamo anche la seconda. E se nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21,9), anche nella seconda acclameremo allo stesso modo. Andando incontro al Signore insieme agli angeli e adorandolo canteremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore». Il Salvatore viene non per essere di nuovo giudicato, ma giudicare coloro che lo hanno giudicato. Egli che taceva quando subiva la condanna, ricorda a quegli ingiusti gli scherni che gli inflissero sulla croce: «hai agito così, e io ho taciuto» (Sal 50,21). Allora venne per un disegno provvidente per istruire gli uomini con la persuasione, ma alla fine tutti, lo vogliano o no, dovranno necessariamente sottomettersi al suo dominio regale.
2. Il profeta Malachia parla delle due venute: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate…» (Ml 3,1). Ecco la prima venuta. E poi riguardo alla seconda dice: «… e l'angelo dell'alleanza, che voi desiderate. Ecco, viene il Signore onnipotente: chi sopporterà il giorno del suo arrivo? Chi resisterà al suo apparire? Egli verrà come fuoco di fonditore e come lisciva di lavandai. Siederà per fondere e purificare» (Ml 3,1-3).
(…)
Anche Paolo si riferisce a queste due venute scrivendo a Tito: «È apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2, 11-13). Vedi come parla della prima venuta, per la quale ringrazia, e della seconda, che aspettiamo? Perciò adesso vi sono affidati gli articoli della fede che abbiamo appena annunziato: credere in colui che "è salito al cielo e siede alla destra del Padre; verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine".
3. Viene dunque il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli. Viene per la fine di questo mondo, nella gloria dell'ultimo giorno. C'è infatti la fine di questo mondo: questo mondo creato sarà ricreato.

1. Χριστοῦ παρουσίαν καταγγέλλομεν οὐ μίαν μόνον, ἀλλὰ καὶ δευτέραν τῆς προτέρας πολὺ καλλίονα. ἡ μὲν γὰρ ὑπομονῆς εἶχεν ἐπίδειξιν, ἡ δὲ θείας βασιλείας φέρει τὸ διάδημα. ὡς γὰρ ἐπὶ τὸ πλεῖστον πάντα διπλᾶ παρὰ τῷ κυρίῳ ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστῷ. Διπλῆ γέννησις, μία ἐκ θεοῦ πρὸ τῶν αἰώνων, καὶ μία ἐκ παρθένου ἐπὶ συντελείᾳ τῶν αἰώνων. Διπλαῖ αἱ κάθοδοι, μία ἡ ἀσυμφανής, ἡ ὡς ἐπὶ πόκον, καὶ δευτέρα ἡ ἐπιφανής, ἡ μέλλουσα. Ἐν τῇ προτέρᾳ παρουσίᾳ ἐσπαργανώθη ἐν τῇ φάτνῃ, ἐν τῇ δευτέρᾳ ἀναβάλλεται φῶς ὡς ἱμάτιον. ἐν τῇ προτέρᾳ ὑπέμεινε σταυρόν, αἰσχύνης καταφρονήσας, ἐν τῇ δευτέρα ἔρχεται ὑπὸ στρατιᾶς ἀγγέλων δορυφορούμενος, δοξαζόμενος. Οὐχ ἱστάμεθα τοίνυν ἐπὶ τῇ πρώτῃ παρουσίᾳ μόνον, ἀλλὰ καὶ τὴν δευτέραν προσδοκῶμεν. Καὶ ἐν τῇ προτέρᾳ μὲν εἰπόντες εὐλογημένος ὁ ἐρχόμενος ἐν ὀνόματι κυρίου, καὶ ἐν τῇ δευτέρᾳ ἐροῦμεν πάλιν τὸ αὐτό, ἵνα μετὰ ἀγγέλων συναντήσαντες τῷ δεσπότῃ προσκυνοῦντες εἴπωμεν εὐλογημένος ὁ ἐρχόμενος ἐν ὀνόματι κυρίου. Ἔρχεται ὁ σωτὴρ οὐ δικασθῆναι πάλιν, ἀλλὰ δικάσαι τοὺς δικάσαντας. Ὁ πρότερον ἐν τῷ κρίνεσθαι σιωπήσας ὑπομιμνήσκων λέγει τοῖς παρανόμοις τοῖς τὰ τολμηρὰ ἐπὶ τοῦ σταυροῦ πεποιηκόσιν· ταῦτα ἐποίησας καὶ ἐσίγησα. Δι' οἰκονομίαν τότε ἦλθε, σὺν πειθοῖ διδάσκων ἀνθρώπους, τότε δὲ καὶ ἀνάγκῃ βασιλευθήσονται κἂν μὴ θέλωσιν.
2. Καὶ περὶ τῶν δύο τούτων παρουσιῶν λέγει Μαλαχίας ὁ προφήτης· καὶ ἐξαίφνης ἥξει εἰς τὸν ναὸν αὐτοῦ κύριος, ὃν ὑμεῖς ζητεῖτε. Ἰδοὺ μία παρουσία. καὶ πάλιν περὶ τῆς δευτέρας παρουσίας φησίν· καὶ ὁ ἄγγελος τῆς διαθήκης, ὃν ὑμεῖς ζητεῖτε. ἰδοὺ ἔρχεται κύριος παντοκράτωρ. Καὶ τίς ὑπομενεῖ ἡμέραν εἰσόδου αὐτοῦ; ἢ τίς ὑποστήσεται ἐν τῇ ὀπτασίᾳ αὐτοῦ; διότι αὐτὸς εἰσπορεύεται ὡς πῦρ χωνευτηρίου καὶ ὡς πόα πλυνόντων. Καὶ καθιεῖται χωνεύων καὶ καθαρίζων. [καὶ ἑξῆς εὐθὺς ὁ σωτήρ φησιν αὐτός· καὶ προσάξω πρὸς ὑμᾶς ἐν κρίσει, καὶ ἔσομαι μάρτυς ταχὺς ἐπὶ τοὺς φαρμακοὺς καὶ ἐπὶ τὰς μοιχαλίδας καὶ ἐπὶ τοὺς ὀμνύοντας τῷ ὀνόματί μου ἐπὶ ψεύδει, καὶ τὰ ἑξῆς. Διὰ τοῦτο προασφαλιζόμενος ἡμᾶς ὁ Παῦλός φησιν· εἴ τις ἐποικοδομεῖ ἐπὶ τὸν θεμέλιον τοῦτον χρυσὸν καὶ ἄργυρον καὶ λίθους τιμίους, ξύλα, χόρτον, καλάμην, ἑκάστου τὸ ἔργον φανερὸν γενήσεται· ἡ γὰρ ἡμέρα δηλώσει, ὅτι ἐν πυρὶ ἀποκαλύπτεται.] Ἤδη καὶ ὁ Παῦλος τὰς δύο παρουσίας ταύτας σημαίνει γράφων πρὸς Τίτον καὶ λέγων· ἐπεφάνη ἡ χάρις τοῦ θεοῦ τοῦ σωτῆρος πᾶσιν ἀνθρώποις, παιδεύουσα ἡμᾶς, ἵνα ἀρνησάμενοι τὴν ἀσέβειαν καὶ τὰς κοσμικὰς ἐπιθυμίας σωφρόνως καὶ εὐσεβῶς καὶ δικαίως ζήσωμεν ἐν τῷ νῦν αἰῶνι, προσδεχόμενοι τὴν μακαρίαν ἐλπίδα καὶ ἐπιφάνειαν τῆς δόξης τοῦ μεγάλου θεοῦ καὶ σωτῆρος ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ. Βλέπεις ὅπως εἶπε πρώτην μὲν ἐφ' ᾗ εὐχαριστεῖ, δευτέραν δὲ ἣν προσδοκῶμεν; διὰ τοῦτο καὶ τὰ τῆς πίστεως τῆς ἐπαγγελλομένης ὑφ' ἡμῶν νῦν οὕτως παρεδόθη, πιστεύειν εἰς τὸν καὶ ἀνελθόντα εἰς τοὺς οὐρανοὺς καὶ καθίσαντα ἐκ δεξιῶν τοῦ πατρός, καὶ ἐρχόμενον ἐν δόξῃ κρῖναι ζῶντας καὶ νεκρούς, οὗ τῆς βασιλείας οὐκ ἔσται τέλος.
3. Ἔρχεται τοίνυν ὁ κύριος ἡμῶν Ἰησοῦς Χριστὸς ἐξ οὐρανῶν. Ἔρχεται δὲ περὶ τὴν συντέλειαν τοῦ κόσμου τούτου μετὰ δόξης ἐν τῇ ἐσχάτῃ ἡμέρᾳ. Γίνεται γὰρ τοῦ κόσμου τούτου συντέλεια, καὶ ὁ γενητὸς οὗτος κόσμος πάλιν ἀνακαινοποιεῖται.

La traduzione è mia, visto che quella che si legge sul breviario (LO = Liturgia delle Ore) mi lascia – una volta di più – perplesso. Notiamo l'erroneità della traduzione, laddove recita: "Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello". Il greco dice semplicemente "come sul vello". Parlando di "pioggia" l'immagine non funziona più, in quanto mentre la rugiada è inavvertita, e si nota solo dai suoi effetti, della pioggia ci si accorge benissimo. Ora, il fulcro dell'immagine è proprio il fatto che la fecondazione del grembo di Maria rimane nascosta e misteriosa, rendendosi visibile solo nei suoi effetti. Come si dice nei primi vespri della solennità di Maria Ss. Madre di Dio (2.a antifona): "Hai compiuto le Scritture, quando in modo unico sei nato dalla Vergine; come rugiada sul vello sei disceso a salvare l'uomo. Lode a te, nostro Dio!".
Altro punto è la "dolce fermezza", che nel greco è semplicemente "persuasione". La prima venuta è cioè caratterizzata dal fatto che Dio si rivolge alla libertà dell'uomo. Ma che c'entra la "dolce fermezza", che nel testo non c'è, ed è fuori dal processo logico?
Anche nella citazione di Malachia è ingiustificato cambiare "verrà" in "è", in quanto sopprime proprio l'idea per la quale il testo è citato, ovvero quella della venuta. Qui come altrove i traduttori hanno seguito la traduzione CEI, ma la cosa genera - qui come altrove -  incongruenze.
Non è pensabile un cristianesimo senza giudizio. Ricordo i nn. 41-48 della Spe Salvi di Benedetto XVI: il giudizio di Dio è "luogo di speranza"! Se non ci fosse, dovremmo o rinunziarvi (in tal caso ciò che è storto mai si raddrizzerà), oppure surrogarlo, sostituirlo col nostro giudizio, la nostra giustizia umana (raddrizziamo noi ciò che è storto) e allora si apre la via ai totalitarismi di vario tipo. Il giudizio è già iniziato con la risurrezione di Cristo, e consiste nell'incontro con lui.

Ecco qua la traduzione LO:

1. Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n'è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l'altra porterà una corona di divina regalità. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l'altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi.
Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti.
Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell'altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria.
Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda. E poiché nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9), la stessa lode proclameremo nella seconda. Così andando incontro al Signore insieme agli angeli e adorandolo canteremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9).
Il Salvatore verrà non per essere di nuovo giudicato, ma per farsi giudice di coloro che lo condannarono. Egli, che tacque quando subiva la condanna, ricorderà il loro operato a quei malvagi, che gli fecero subire il tormento della croce, e dirà a ciascuno di essi: «Tu hai agito così, io non ho aperto bocca» (cfr. Sal 38, 10).
Allora in un disegno di amore misericordioso venne per istruire gli uomini con dolce fermezza, ma alla fine tutti, lo vogliano o no, dovranno sottomettersi per forza al suo dominio regale.
2. Il profeta Malachia preannunzia le due venute del Signore: «E subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate» (Ml 3, 1). Ecco la prima venuta. E poi riguardo alla seconda egli dice: «Ecco l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, ecco viene... Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare» (Ml 3, 1-3).
Anche Paolo parla di queste due venute scrivendo a Tito in questi termini: «E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2, 11-13). Vedi come ha parlato della prima venuta ringraziandone Dio? Della seconda invece fa capire che è quella che aspettiamo.
Questa è dunque la fede che noi proclamiamo: credere in Cristo che è salito al cielo e siede alla destra Padre. Egli verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E il suo regno non avrà fine.
3. Verrà dunque, verrà il Signore nostro Gesù Cristo dai cieli; verrà nella gloria alla fine del mondo creato, nell'ultimo giorno. Vi sarà allora la fine di questo mondo, e la nascita di un mondo nuovo.

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