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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

30 ottobre 2011 - XXXI domenica del tempo ordinario

1Tessalonicesi 2,9 Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. μνημονεύετε γάρ, ἀδελφοί, τὸν κόπον ἡμῶν καὶ τὸν μόχθον: νυκτὸς καὶ ἡμέρας ἐργαζόμενοι πρὸς τὸ μὴ ἐπιβαρῆσαί τινα ὑμῶν ἐκηρύξαμεν εἰς ὑμᾶς τὸ εὐαγγέλιον τοῦ θεοῦ. Memores enim estis, fratres, laboris nostri, et fatigationis: nocte ac die operantes, ne quem vestrum gravaremus, prædicavimus in vobis Evangelium Dei. S. Tommaso adduce tre ragioni per le quali gli apostoli, che pure avevano il diritto di vivere della loro attività, potevano rinunziarvi e lavorare per sostentarsi: 1. per smascherare i falsi apostoli, i quali predicavano solo per il guadagno (2Cor 11,12) 2. per non allontanare potenziali ascoltatori, timorosi di dover poi provvedere al loro sostentamento (2Cor 12,13) 3. per dare l'esempio ai pigri (2Ts 3,8). Sul "Contra impugnantes" si può vedere questa breve nota

23 ottobre 2011 - XXX domenica del tempo ordinario

1Tessalonicesi 1,5-7 ... ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene. E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia. ... καθὼς οἴδατε οἷοι ἐγενήθημεν [ἐν] ὑμῖν δι' ὑμᾶς. καὶ ὑμεῖς μιμηταὶ ἡμῶν ἐγενήθητε καὶ τοῦ κυρίου, δεξάμενοι τὸν λόγον ἐν θλίψει πολλῇ μετὰ χαρᾶς πνεύματος ἁγίου, ὥστε γενέσθαι ὑμᾶς τύπον πᾶσιν τοῖς πιστεύουσιν ἐν τῇ Μακεδονίᾳ καὶ ἐν τῇ Ἀχαΐᾳ. ... sicut scitis quales fuerimus in vobis propter vos. Et vos imitatores nostri facti estis, et Domini, excipientes verbum in tribulatione multa, cum gaudio Spiritus Sancti, ita ut facti sitis forma omnibus credentibus in Macedonia, et in Achaia. Super I Thes., cap. 1 l. 1: i tessalonicesi hanno imitato Paolo (che a sua volta in questo ha imitato Cristo) nella fortezza, non facendo dietrofront davanti alle tribolazioni. N

16 ottobre 2011 - XXIX domenica del tempo ordinario

1 Tessalonicesi 1,2-3 Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Εὐχαριστοῦμεν τῷ θεῷ πάντοτε περὶ πάντων ὑμῶν, μνείαν ποιούμενοι ἐπὶ τῶν προσευχῶν ἡμῶν, ἀδιαλείπτως μνημονεύοντες ὑμῶν τοῦ ἔργου τῆς πίστεως καὶ τοῦ κόπου τῆς ἀγάπης καὶ τῆς ὑπομονῆς τῆς ἐλπίδος τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ ἔμπροσθεν τοῦ θεοῦ καὶ πατρὸς ἡμῶν. Gratias agimus Deo semper pro omnibus vobis, memoriam vestri facientes in orationibus nostris sine intermissione, memores operis fidei vestræ, et laboris, et caritatis, et sustinentiæ spei Domini nostri Jesu Christi, ante Deum et Patrem nostrum. Super I Thess., cap. 1 lectio 1: In questa epistola S. Paolo intende fortificare la giovane comunità contro le tribolazioni presenti. Nei primi versetti afferma di ringraziare Dio continuamente per

9 ottobre 2011 - XXVIII domenica del tempo ordinario

Filippesi 4,12-13 So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. οἶδα καὶ ταπεινοῦσθαι, οἶδα καὶ περισσεύειν: ἐν παντὶ καὶ ἐν πᾶσιν μεμύημαι καὶ χορτάζεσθαι καὶ πεινᾶν, καὶ περισσεύειν καὶ ὑστερεῖσθαι. πάντα ἰσχύω ἐν τῷ ἐνδυναμοῦντί με. Scio et humiliari, scio et abundare, ubique et in omnibus institutus sum: et satiari, et esurire, et abundare, et penuriam pati. Omnia possum in eo qui me confortat. A sua moglie, che lo spinge a maledire Dio in quanto lo affligge nonostante la sua integrità, Giobbe risponde: "Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?" (2,10). E' questa la perfetta sapienza: amare i beni materiali in vista dei quelli spirituali. Una volta assicurati gli spirituali, il sapiente non si abbandona alla superbia se gode dei materiali e non si deprime se ne manca, secondo il detto dell'