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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

III domenica di pasqua, ufficio delle letture

Celebre questo testo di Giustino, fonte molto importante per la storia della liturgia eucaristica. Siamo intorno all'anno 150. LO omette l'inciso di 66,4, dove Giustino parla del Mitraismo, che considera (come altri elementi della religione pagana) una maligna contraffazione del Cristianesimo. Come ebbe a insegnare Benedetto XVI: "Nel complesso la figura e l’opera di Giustino segnano la decisa opzione della Chiesa antica per la filosofia, per la ragione, piuttosto che per la religione dei pagani. Con la religione pagana, infatti, i primi cristiani rifiutarono strenuamente ogni compromesso. La ritenevano idolatria, a costo di essere tacciati per questo di «empietà» e di «ateismo». In particolare Giustino, specialmente nella sua prima Apologia, condusse una critica implacabile nei confronti della religione pagana e dei suoi miti, considerati da lui come diabolici «depistaggi» nel cammino della verità. La filosofia rappresentò invece l’area privilegiata dell’incontro tra pag

II Domenica di Pasqua (Domenica dell'Ottava di Pasqua), ufficio delle letture

Dei discorsi che la domenica successiva alla pasqua Agostino ha tenuto ai neofiti, i "giovani virgulti" germogliati nella veglia pasquale, ce ne sono arrivati una decina. LO propone la lettura del sermone 260/A, di cui omette la parte centrale (che tratta del battesimo degli eretici), e disloca qualche riga a proposito del giorno del Signore (n. 4). Dai Discorsi di sant'Agostino, vescovo (Disc. 8 nell'ottava di Pasqua, nn. 1 e 4; PL 46, 838.841) 1. Il mio discorso si rivolge a voi, bambini appena nati, piccoli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre e fecondità della Madre, santo germoglio, sciame novello, fiori a nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e corona, voi tutti che state saldi nel Signore (cf. Fil 4,1). Vi rivolgo le parole dell'Apostolo: «Ecco, la notte è passata, il giorno è ormai vicino. Deponete dunque le opere delle tenebre e indossate le armi della luce; come in pieno giorno, camminate con onestà: non in mezzo a g

Sabato Santo, ufficio delle letture

La veglia pasquale tiene il posto dell'ufficio delle letture: non c'è lettura patristica. Propongo pertanto la lettura del Sabato Santo. Nella Patrologia Graeca (vol. 43), che riproduce una edizione del 1622 (Petau), si trova tra gli scritti di Epifanio di Salamina (a Cipro). L'autore non è lui, ma probabilmente un altro Epifanio, vescovo anche lui a Cipro alla fine del VII secolo. Questa omelia ( Homilia II in sabbato magno / Homilia in divini corporis sepulturam , CPG 3768; BHG 808e), sulla quale traggo notizie da André Vaillant, L'homélie d'Épiphane sur l'ensevelissement du Christ. Texte vieux-slave, texte grec et traduction française , Radovi Staroslavenkog Instituta 3, Zagreb 1958, pp. 5-101 (Istituto Paleoslavo di Zagabria), molto significativa per la teologia della discesa agli inferi, ha influenzato in modo determinante l'iconografia bizantina dell' Anàstasis (risurrezione). Si rifà al Vangelo di Nicodemo , che nella sua seconda parte raccont

Domenica delle palme, ufficio delle letture

Andrea di Creta (detto anche, specie in oriente, di Gerusalemme), nato a Damasco intorno al 660, dopo aver dimorato a Gerusalemme e Costantinopoli, fu vescovo di Gortina, metropoli dell'isola di Creta. Oltre che predicatore, fu importante poeta: celebre il suo "Grande Canone" penitenziale, che la Chiesa Ortodossa canta in quaresima. Morì nel 740. Dai Discorsi di sant'Andrea di Creta, vescovo (Discorso 9, sulle Palme; PG 97, 990-994) Ma venite, saliamo sul Monte degli Olivi; andiamo insieme incontro a Cristo, che oggi sale da Betania, e accoglie liberamente quella venerabile e beata passione con la quale completa il mistero della nostra salvezza. Viene, dunque: intenzionalmente ha predisposto il cammino verso Gerusalemme, lui che è disceso dall'alto per innalzare noi insieme con lui - giacevamo in basso -, come ci è rivelato, "al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e di ogni nome che viene nominato" (Ef 1,21). E non vien

V domenica di quaresima, ufficio delle letture

Le Lettere pasquali , o festali (in latino epistulae heortasticae / festales / paschales ), sono lettere che i vescovi di Alessandria - dal III secolo fino in età araba - inviarono annualmente alle loro chiese per comunicare alcune date liturgiche, prima di tutto quella della pasqua. E' un genere letterario tipico della chiesa egiziana, nel quale i patriarchi coglievano l'occasione per impartire insegnamenti dottrinali e morali, non di rado facendo riferimento alle vicende coeve. Atanasio, vescovo di Alessandria dal 328 al 373, le scrisse in greco, ma sono giunte a noi solo nella versione copta e siriaca. Il testo latino è la versione di A. Mai nella Nova Patrum Bibliotheca VI, Romae 1853, pp. 124-6 (riprodotta in PG 26,1419-1420). Tema centrale di questa lettera, che è del 331, è il rapporto tra ombra e verità, anticipazione e realizzazione. Dalle Lettere pasquali di sant'Atanasio, vescovo (Lettera 14,1-2) 1.1 [...] Si avvicina quel Verbo - il Signore nostro Gesù

IV domenica di quaresima, ufficio delle letture

LO propone ancora Agostino, e nuovamente il suo commento a Giovanni. Stavolta si tratta del commento a Gv 8,12: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita", evidentemente in riferimento all'episodio del cieco nato (Gv 9, tra l'altro citato - v. 6), proprio ancora dell'itinerario quaresimale catecumenale dell'anno A. Dal Commento al Vangelo di Giovanni di sant'Agostino, vescovo (Discorso 34,8-9) 8. Il Signore in maniera concisa ha detto: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12), e con queste parole una cosa comanda e un'altra promette. Cerchiamo dunque di eseguire ciò che comanda, altrimenti saremmo sfacciati nell'esigere quanto ha promesso, e nel giudizio ci sentiremmo dire: «Hai fatto ciò che ti ho comandato, per poter ora chiedere ciò che ti ho promesso?» Che cosa dunque hai comandato, Signore nostro Dio? Ti risponderà: