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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

3 maggio 2009 - IV domenica di pasqua

Atti 4,8-12. "Salvezza" è un concetto aperto, concerne cioè molteplici livelli di significato. Per chi ha sete, salvezza è trovare acqua; per chi ha freddo una coperta; per chi è solo un amico; per chi è minacciato riuscire incolume; per chi ha un dubbio trovare un consiglio illuminante; per chi è in battaglia vincere; per chi è ammalato guarire; nell'errore è giungere alla verità; nell'odio approdare alla pace; nel peccato trovare perdono. C'è "salvezza" ogni volta che la vita sfugge alla morte e trionfa di essa. "Vita" e "morte" sono del resto anch'essi concetti aperti, spaziando dal livello più elementare e materiale a quello più alto e spirituale, dalla semplice buona salute alla vita buona, piena ed eterna. Ogni uomo ha a che fare con una vita ben rappresentata dal mendicante storpio, della cui guarigione si chiede conto a Pietro e Giovanni: una situazione di debolezza, di infermità (v. 9). Possediamo una vita malferma, minac

26 aprile 2009 - III domenica di pasqua

Atti 3,13-15.17-19. La lettura è parte del discorso (3,11-26) che Pietro tiene al popolo per spiegare il miracolo della guarigione dello storpio alla porta Bella del tempio (3,1-10). L'apostolo vuole rispondere alla implicita domanda (si fa esplicita solo in 4,7): "in virtù di quale potere lo storpio è stato risanato?". La risposta si trova al v. 16, omesso nella pericope liturgica: per la fede in Gesù. Perché questo Gesù è nella gloria di Dio, lo stesso Dio che gli israeliti adorano. Naturalmente a questo punto si deve rilevare una contraddizione stridente: voi adorate un Dio che ha in onore quel Gesù che avete invece rifiutato e ucciso. A lui, guida verso la vita nuova, di cui vi è prova vivente lo storpio risanato, avete preferito un assassino, un portatore di morte. Ma Dio si è servito della vostra ignoranza per realizzare il suo progetto. Voi infatti non vi siete resi conto di quanto avete fatto. Adesso però che tutto questo è chiaro, la contraddizione va risolta e l

19 aprile 2009, II domenica di pasqua

Atti 4,32-35. Al centro letterario e teologico del quadro disegnato da Luca c'è la risurrezione del Signore. Essa è il motore di tutto il movimento prodotto nella comunità, attraverso due "cinghie di trasmissione": la testimonianza degli apostoli, resa con grande potenza, con parole e segni (cf. 2,43; 5,12); e la fede dei credenti, che di quella testimonianza è l'accoglienza. Tutto ciò infonde nella vita comunitaria un potente dinamismo di comunione, per il quale i credenti formano uno solo cuore e una sola anima. Si tratta evidentemente di una unità che ha molteplici espressioni. Il nostro passo ne evidenzia però una: la comunione nei beni materiali. In un quadro probabilmente un po' idealizzato, al bisogno di ciascuno corrisponde la capacità economica di ciascuno, per cui si verifica un fatto davvero clamoroso: la scomparsa dell'indigenza. Elemento che media tra bisogno e abbondanza sono gli apostoli, per la precisione i loro piedi, dove chi ha qualcosa lo d

Amore & morte

L'amore può morire, anzi deve. Perché ha da servirsi della morte per trionfare di essa.