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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

6 marzo 2011 - IX domenica del tempo ordinario

Romani 3,28: Noi riteniamo che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge. λογιζόμεθα γὰρ δικαιοῦσθαι πίστει ἄνθρωπον χωρὶς ἔργων νόμου. Arbitramur enim iustificari hominem per fidem sine operibus legis. L'opuscolo De articulis Fidei et Ecclesiae sacramentis è una sintesi dottrinale su fede e sacramenti con intenti pastorali (è dedicato all'arcivescovo di Palermo), risalente al 1261 circa, quando S. Tommaso si trova a Orvieto. Nella prima parte - sugli articoli della fede - spiega come tutta la fede cristiana verta intorno alla divino-umanità di Cristo. Uno tra gli articoli di fede (quarto nella sua enumerazione) riguarda l'effetto della sua potenza divina ( effectus divinae virtutis ), ovvero la grazia. Si espongono quindi dodici errori in proposito. Il primo è quello di chi, nella chiesa antica, pensava che senza l'osservanza della legge di Mosè, il Vangelo da solo non potesse bastare alla salvezza. Qui Tommaso cita la nostra frase (R

27 febbraio 2011 - VIII domenica del tempo ordinario

1Cor 4,3-4 A me importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! 3 ἐμοὶ δὲ εἰς ἐλάχιστόν ἐστιν ἵνα ὑφ'ὑμῶν ἀνακριθῶ ἢ ὑπὸ ἀνθρωπίνης ἡμέρας: ἀλλ' οὐδὲ ἐμαυτὸν ἀνακρίνω: 4 οὐδὲν γὰρ ἐμαυτῷ σύνοιδα, ἀλλ'οὐκ ἐν τούτῳ δεδικαίωμαι, ὁ δὲ ἀνακρίνων με κύριός ἐστιν. 3 Mihi autem pro minimo est ut a vobis iudicer, aut ab humano die, sed neque meipsum judico. 4 Nihil enim mihi conscius sum, sed non in hoc iustificatus sum; qui autem iudicat me, Dominus est. In Iª-IIae q. 112 art. 5 S. Tommaso si domanda: si può sapere di avere la grazia, ossia di essere in comunione con Dio? Si può conoscere qualcosa in tre modi: 1. per rivelazione . Ciò avviene in casi particolari, per confortare e rafforzare nel bene, magari di fronte a speciali difficoltà e in particolari missioni 2. immediatamente , ovvero per conoscenz

20 febbraio 2011 - VII domenica del tempo ordinario

1Corinti cap. 3 I. A proposito dei vv. 18-19: Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. 18 Μηδεὶς ἑαυτὸν ἐξαπατάτω: εἴ τις δοκεῖ σοφὸς εἶναι ἐν ὑμῖν ἐν τῷ αἰῶνι τούτῳ, μωρὸς γενέσθω, ἵνα γένηται σοφός. 19 ἡ γὰρ σοφία τοῦ κόσμου τούτου μωρία παρὰ τῷ θεῷ ἐστιν. 18 Nemo se seducat; si quis videtur inter vos sapiens esse in hoc sæculo, stultus fiat ut sit sapiens. 19 Sapientia enim huius mundi, stultitia est apud Deum. Nella Summa theol. (IIª-IIae q. 113 a. 1) S. Tommaso si domanda se l'ironia, per la quale uno dice di sé meno del vero, sia peccato o no. Da Pr 30,2 dove si legge "stultissimus sum virorum" - sono il più stolto fra gli uomini - sembrebbe anzi trattarsi di cosa lodevole. Risposta: C'è una sapienza/stoltezza agli occhi del mondo e una davanti a Dio. Chi è sapiente per il mondo è stolto agli occhi di Dio e viceversa. Perciò

13 febbraio 2011 - VI domenica del tempo ordinario

1Cor 2,6-7 tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. 6 Σοφίαν δὲ λαλοῦμεν ἐν τοῖς τελείοις, σοφίαν δὲ οὐ τοῦ αἰῶνος τούτου οὐδὲ τῶν ἀρχόντων τοῦ αἰῶνος τούτου τῶν καταργουμένων: 7 ἀλλὰ λαλοῦμεν θεοῦ σοφίαν ἐν μυστηρίῳ, τὴν ἀποκεκρυμμένην, ἣν προώρισεν ὁ θεὸς πρὸ τῶν αἰώνων εἰς δόξαν ἡμῶν: 6 Sapientiam autem loquimur inter perfectos; sapientiam vero non huius sæculi, neque principum huius sæculi, qui destruuntur; 7 sed loquimur Dei sapientiam in mysterio, quæ abscondita est, quam prædestinavit Deus ante sæcula in gloriam nostram, Se la sapienza è dei perfetti, non è essa presente in tutti coloro che sono in grazia di Dio? Nella Somma teologica (IIª-IIae q. 45 a. 5) S. Tommaso, dopo aver ricordato che la sapienza comporta un