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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Battesimo del Signore, ufficio delle letture

Tradizionalmente, in oriente si celebrava in una festa unica, il 6 gennaio, la nascita di Gesù, la manifestazione ai Magi e il suo battesimo (festa della Teofania, Epifania, delle luci). Gregorio di Nazianzo fu a Costantinopoli dall'inizio del 379 alla metà del 381, e qui pronunziò i discorsi 38 (per il Natale), 39 e 40 (per il Battesimo del Signore). Il complesso di questi discorsi mostra che egli aveva celebrato in modo distinto il Natale, probabilmente il 25 dicembre, e l'Epifania. Non è agevole stabilire se si trattasse di una sua innovazione o di un uso locale (già influenzato dall'occidente). Comunque sia, il discorso 39 "per le sante luci" (Εἰς τὰ ἅγια Φῶτα, In Sancta Lumina ) fu pronunziato, con il seguente (in due giorni consecutivi), nella festa del Battesimo del Signore, il 6 gennaio del 380 oppure del 381. Il titolo fa riferimento al fatto che, con la sua manifestazione, la luce di Cristo si diffonde nel mondo. Il testo greco dell'intero sermone si

Epifania del Signore, ufficio delle letture

Per la Manifestazione del Signore , la Liturgia Horarum ci propone brani del sermone 33 di S. Leone Magno, che nella edizione della Biblioteca Patristica (Fiesole 1998) porta il n. 14 (la suddivisione dei capitoli in paragrafi è propria della BP). La lettura liturgica consta di tre passi dai primi tre capitoli (1.2; 2.2; 3.2-3) e della conclusione del sermone (5.1-5), nella quale viene scelta, per i paragrafi 4 e 5, la redazione α. Lo studio della tradizione manoscritta consente di stabilire con sufficiente certezza che in diversi casi Leone ha riutilizzato sermoni pronunziati nel primo quinquennio di pontificato (440-445), all'occorrenza modificandoli in base alle mutate circostanze; fatto che consente di parlare di una prima e di una seconda edizione, contrassegnate nel testo rispettivamente dalle lettere greche α e β. La prima edizione di questo sermone risale al 443. Non esistono elementi - se non tenuissimi - per datare la seconda edizione. Tornando al finale, nelle due edi

1 gennaio, Maria SS. Madre di Dio, ufficio delle letture

Dalle Lettere di sant'Atanasio, vescovo ( Epistola ad Epitteto 5-9) 5. (…) Σπέρματος γὰρ Ἀβραὰμ ἐπιλαμβάνεται, ὡς εἶπεν ὁ Ἀπόστολος· ὅθεν ὤφειλε κατὰ πάντα τοῖς ἀδελφοῖς ὁμοιωθῆναι, καὶ λαβεῖν ὅμοιον ἡμιν σῶμα. Διὰ τοῦτο γοῦν καὶ ὑπόκειται ἀληθῶς ἡ Μαρία, ἱν'ἐξ αὐτῆς τοῦτο λἀβῃ, καὶ ὡς ἴδιον ὑπὲρ ἡμῶν αὐτὸ προσενέγκῃ. (…) Διὸ καὶ τοῦ τίκτειν μνημονεύει ἡ Γραφὴ, καί φησιν· Ἐσπαργάνωσε· καὶ ἐμακαρίζοντο μαστοὶ, οὕς ἐθήλασε, καὶ προσενέχθη θυσία, ὡς διανοίξαντος τοῦ τεχθέντος τὴν μήτραν. Καὶ ὁ Γαβριὴλ δὲ ἀσφαλῶς εὐηγγελίζετο αὐτῇ, λἐγων οὐχ ἁπλῶς, τὸ γεννώμενον ἐν σοὶ, ἱνα μὴ ἔξωθεν ἐπεισαγόμενον αὐτῇ, σῶμα νομισθῇ· ἀλλ'ἐκ σοῦ, ἵν'ἐξ αὐτῆς φύσει τὸ γεννώμενον εἶναι πιστευθῇ. (…) 6. (…) Καὶ ἐγένετο οὕτως, ἵνα, τὰ ἡμῶν αὐτὸς δεχόμενος, καὶ προσενεγκὼν εἰς θυσίαν, ἐξαφανίσῃ, καὶ λοιπὸν τοῖς ἐσυτοῦ περιβαλὼν ἡμᾶς, ποιήσῃ τὸν Ἀπόστολον εἰπεῖν· Δεῖ τὸ φθαρτὸν τοῦτο ἐνδύσασθαι ἀφθαρσίαν, καὶ τὸ θνητὸν τοῦτο ἐνδύσασθαι ἀθανασίαν. 7. Οὐ θέσει δὲ ταῦτα ἐγίνετο, μὴ γένοιτο, ὥς

Natale del Signore, ufficio delle letture

Per il Natale presento l'intero sermone di S. Leone, che per una parte (1.1-1.2; 2.4-3.3: l'inizio e la fine) viene assegnato dalla Liturgia delle Ore al 25 dicembre, e per l'altra (1.3-2.5, il corpo centrale) al 16 luglio, memoria della B. V. Maria del Monte Carmelo. La traduzione è di d. Mario Naldini per la Biblioteca Patristica (Fiesole 1998 e Bologna 2015), che numera il sermone come 1, mentre per lo più esso reca il numero 21 (anche la suddivisione dei capitoli in paragrafi è propria della BP). Il testo latino si può trovare qui . Con stupito rammarico noto che LO taglia la conclusione: "...e perché sarai giudicato secondo verità da colui che ti ha redento nella sua misericordia, Cristo Signore nostro". Probabilmente non stava bene far menzione del fatto che ci sarà un giudizio sul modo in cui abbiamo messo a frutto il dono del bambino nato per noi... meglio lasciar perdere! Il sermone è del 440: Leone era papa da tre mesi. S. Leone Magno, Discorso I n

III domenica di avvento, ufficio delle letture

Dai Discorsi di sant'Agostino, vescovo (Disc. 293,3; PL 1328-9) 3. Giovanni la voce, il Signore, invece, in principio era il Verbo. Giovanni voce nel tempo, Cristo in principio Parola eterna. Togli la parola, che cos'è la voce? Non ha nulla di intellegibile, è strepito a vuoto. La voce, senza la parola, colpisce l'orecchio, non apporta nulla alla mente. Nondimeno, proprio nell'edificazione della nostra mente, ci rendiamo conto dell'ordine delle cose. Se penso a quel che dirò, la parola è già dentro di me; ma, volendo parlare a te, cerco in qual modo sia anche nella tua mente ciò che è già nella mia. Cercando come possa arrivare a te e trovar posto nella tua mente la parola che occupa già la mia, mi servo della voce e, mediante la voce, ti parlo. Il suono della voce ti reca l'intelligenza della parola; appena il suono della voce ti ha recato l'intelligenza della parola, il suono stesso passa oltre; ma la parola, a te recata dal suono, è ormai nella tua men