Le Nozze

 La scena del banchetto nuziale di Cechov realizzata da Claudio Morganti assomiglia un po' a quella dell'ultima cena: un ampio tavolo lungo il quale sono disposti i convitati. Solo che qui manca completamente un centro, in senso materiale e ideale. La rappresentazione si dipana in maniera del tutto priva di trama, nel susseguirsi (o meglio accavallarsi) dei discorsi dei vari personaggi, che vorrebbero essere un dialogo. Dico vorrebbero, perché in effetti non c'è nessun dialogo e ciascuno segue la propria linea in maniera autonoma, senza che mai ci sia vera interazione: una serie di cammini paralleli che mai s'incontrano. Non è difficile individuare per ogni personaggio il motivo conduttore, vedere su quale binario cammini mentre gli altri a loro volta, senza ascoltarlo, camminano sul proprio. La rappresentazione di persone che gesticolano chiuse nel proprio mondo è il cuore del dramma. Esemplare da questo punto di vista la figura del vecchio «generale» di marina, dall'udito oramai assai difettoso, che prosegue imperterrito nei propri discorsi in modo assolutamente impermeabile agli interventi altrui, fino a far deflagrare il già fragile equilibrio raggiunto tra i convitati. Nella rappresentazione non succede nient'altro, si arriva alla fine sapendo che la «festa» proseguirà senza che nulla cambi. Proprio in quanto mette in scena l'incapacità a comunicare, la rappresentazione assume spesso toni farseschi francamente divertenti; uno per tutti il personaggio del pasticciere greco. In ciò che ai singoli personaggi sta a cuore vi è pure qualche altra pennellata in altre direzioni, ma lo scrittore si concentra in modo lucido sul sovrapporsi di cammini che non s'incontrano, reciprocamente obliterandosi. Significativo che il quadro sia posto nel contesto di un banchetto nuziale: il tema dell'amore, ben presente in Cechov, anche qui non rinunzia a fare discretamente capolino. Ma una soluzione non c'è e, diversamente da altri drammi, non viene offerta nemmeno remotamente una possibile prospettiva. Avanti così, in ordine sparso, a un tempo insieme e in solitudine, vicini e lontani. Non occorre un grande sforzo per vedere la straordinaria attualità di questo testo nell'epoca della ipercomunicazione divenuta insignificante, della iperconnessione che si traduce in solitudine. E la farsa si fa amara. 

Le Nozze, di Anton Čechov, traduzione di Vittorio Strada, regia di Claudio Morganti. Prato, Fabbricone, 26-30 ottobre 2022.

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