18 novembre 2012 - XXXIII domenica del tempo ordinario


Ebrei 10,12-14
Cristo, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
οὗτος δὲ μίαν ὑπὲρ ἁμαρτιῶν προσενέγκας θυσίαν εἰς τὸ διηνεκὲς ἐκάθισεν ἐν δεξιᾷ τοῦ θεοῦ, τὸ λοιπὸν ἐκδεχόμενος ἕως τεθῶσιν οἱ ἐχθροὶ αὐτοῦ ὑποπόδιον τῶν ποδῶν αὐτοῦ: μιᾷ γὰρ προσφορᾷ τετελείωκεν εἰς τὸ διηνεκὲς τοὺς ἁγιαζομένους.
hic autem unam pro peccatis offerens hostiam, in sempiternum sedet in dextera Dei, de cetero exspectans donec ponantur inimici eius scabellum pedum eius. 14 Una enim oblatione, consummavit in sempiternum sanctificatos.

A. Summa theologiae IIIª q. 83 a. 1

Videtur quod in celebratione huius sacramenti Christus non immoletur.
SEMBRA che nella celebrazione di questo sacramento Cristo non venga immolato. Infatti:
1. Dicitur enim Hebr. X, quod Christus una oblatione consummavit in sempiternum sanctificatos. Sed illa oblatio fuit eius immolatio. Ergo Christus non immolatur in celebratione huius sacramenti.
1. L'Apostolo afferma che "Cristo con una sola oblazione ha reso perfetti per sempre coloro che vengono santificati". Ora, quell'oblazione fu la sua immolazione. Dunque Cristo non s'immola nella celebrazione di questo sacramento.
...
Sed contra est quod Augustinus dicit, in libro sententiarum prosperi, semel immolatus est in semetipso Christus, et tamen quotidie immolatur in sacramento.
IN CONTRARIO: S. Agostino scrive: "Una volta per sempre Cristo immolò se stesso direttamente e tuttavia egli s'immola ogni giorno nel sacramento".
Respondeo dicendum quod duplici ratione celebratio huius sacramenti dicitur Christi immolatio.
* Primo quidem quia, sicut Augustinus dicit, ad Simplicianum, solent imagines earum rerum nominibus appellari quarum imagines sunt, sicut cum, intuentes tabulam aut parietem pictum, dicimus, ille Cicero est, ille Sallustius. Celebratio autem huius sacramenti, sicut supra dictum est, imago est quaedam repraesentativa passionis Christi, quae est vera immolatio. Unde Ambrosius dicit, super epistolam ad Heb., in Christo semel oblata est hostia ad salutem sempiternam potens. Quid ergo nos? Nonne per singulos dies offerimus ad recordationem mortis eius?
* Alio modo, quantum ad effectum passionis, quia scilicet per hoc sacramentum participes efficimur fructus dominicae passionis. Unde et in quadam dominicali oratione secreta dicitur, quoties huius hostiae commemoratio celebratur, opus nostrae redemptionis exercetur. Quantum igitur ad primum modum, poterat Christus dici immolari etiam in figuris veteris testamenti, unde et in Apoc. XIII dicitur, quorum nomina non sunt scripta in libro vitae agni, qui occisus est ab origine mundi. Sed quantum ad modum secundum, proprium est huic sacramento quod in eius celebratione Christus immoletur.
RISPONDO: La celebrazione di questo sacramento può essere considerata un'immolazione di Cristo per due motivi. 
* Primo, perché, come osserva S. Agostino, "le immagini delle cose si è soliti chiamarle con il nome delle cose stesse: guardando, p. es., un quadro o una parete dipinta diciamo: Quello è Cicerone, quello è Sallustio". Ora, la celebrazione di questo sacramento, come si disse sopra, è un'immagine rappresentativa della passione di Cristo che è una vera immolazione. Di qui le parole di S. Ambrogio: "In Cristo la vittima si offrì una volta sola, valida per l'eterna salvezza. Noi dunque che cosa facciamo? Non offriamo forse il sacrificio ogni giorno, quale commemorazione della sua morte?".
* Secondo, per i suoi legami con gli effetti della passione; cioè in quanto mediante questo sacramento diveniamo partecipi del frutto della passione del Signore. In tal senso così si esprime un'orazione segreta domenicale: "Ogni volta che si celebra la commemorazione di questa vittima, si compie l'opera della nostra redenzione".
Perciò in base al primo motivo si può dire che Cristo s'immolava anche nelle figure dell'Antico Testamento; e in tal senso nell'Apocalisse si legge: "I nomi dei quali sono scritti nel libro di vita dell'Agnello, il quale è stato ucciso fin dall'origine del mondo". Per il secondo motivo invece l'immolazione di Cristo è propria della celebrazione di questo sacramento.
1. Ad primum ergo dicendum quod, sicut Ambrosius ibidem dicit, una est hostia, quam scilicet Christus obtulit et nos offerimus, et non multae, quia semel oblatus est Christus, hoc autem sacrificium exemplum est illius. Sicut enim quod ubique offertur unum est corpus et non multa corpora, ita et unum sacrificium.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come dice S. Ambrogio, "unica è la vittima", offerta da Cristo e da noi, "e non molte, essendosi il Cristo immolato un'unica volta; ma il sacrificio attuale è l'immagine del suo sacrificio. Come infatti è un solo corpo quello che si offre dovunque e non molti corpi, così unico è anche il sacrificio".
...

B. Super Io., cap. 19 l. 5 (Commento al Vangelo di Giovanni)

"E' compiuto", dice Cristo crocifisso prima di spirare (Gv 19,30). Questo compimento può essere inteso come la sua morte, la santificazione che da essa scaturisce (ecco il passo di Ebrei 10), il compimento delle Scritture.

Finalis consummatio ponitur cum dicit cum ergo accepisset Iesus acetum, dixit: "consummatum est", quod potest referri
* vel ad consummationem mortis, Hebr. c. II, 10: decebat in gloriam auctorem salutis eorum per passionem consummari,
* item ad consummationem sanctificationis quae est per passionem et crucem eius, Hebr. X, 14: una enim oblatione consummavit in sempiternum sanctificatos,
* vel ad consummationem Scripturarum, Lc. XVIII, 31: consummabuntur omnia quae scripta sunt per prophetas de filio hominis.

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