28 febbraio 2010 - II domenica di quaresima

Filippesi 3,17-21 

Fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
 
17 Συμμιμηταί μου γίνεσθε, ἀδελφοί, καὶ σκοπεῖτε τοὺς οὕτω περιπατοῦντας καθὼς ἔχετε τύπον ἡμᾶς. 18 πολλοὶ γὰρ περιπατοῦσιν οὓς πολλάκις ἔλεγον ὑμῖν, νῦν δὲ καὶ κλαίων λέγω, τοὺς ἐχθροὺς τοῦ σταυροῦ τοῦ Χριστοῦ, 19 ὧν τὸ τέλος ἀπώλεια, ὧν ὁ θεὸς ἡ κοιλία καὶ ἡ δόξα ἐν τῇ αἰσχύνῃ αὐτῶν, οἱ τὰ ἐπίγεια φρονοῦντες. 20 ἡμῶν γὰρ τὸ πολίτευμα ἐν οὐρανοῖς ὑπάρχει, ἐξ οὗ καὶ σωτῆρα ἀπεκδεχόμεθα κύριον Ἰησοῦν Χριστόν, 21 ὃς μετασχηματίσει τὸ σῶμα τῆς ταπεινώσεως ἡμῶν σύμμορφον τῷ σώματι τῆς δόξης αὐτοῦ κατὰ τὴν ἐνέργειαν τοῦ δύνασθαι αὐτὸν καὶ ὑποτάξαι αὐτῷ τὰ πάντα.

La lettura ci presenta un dittico: da un lato i nemici della croce, dall'altro i suoi amici. Ogni gruppo ha un fine, un Dio, una gloria, una "cittadinanza", secondo questo schema:
rovina - salvezza
ventre - Gesù Cristo
vergogna - la croce e il Risorto
terra - cielo.
Quando parla di "nemici della croce" Paolo ha presente alcuni giudaizzanti che si presentano come degli "arrivati" e che trovano - e insegnano - la salvezza non nella croce ma nelle pratiche della legge giudaica (il "ventre" indica le osservanze alimentari). Al di là del caso specifico, è importante per noi capire il nocciolo: si è nemici della croce ogni volta che la riteniamo di fatto irrilevante per la salvezza. Perché essa o è tutto, o non significa niente. Ma se non significa niente, allora siamo obbligati a trovare "nel ventre" e in terra il nostro dio, e veniamo consegnati alla rovina. Poiché il Dio che scegliamo, e del quale ci sentiamo forti, ci trasforma a sua immagine.

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