5 dicembre 2009 - II domenica di Avvento

Filippesi 1,9-11:

9 Prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e piena percezione, 10 per distinguere quello che davvero fa la differenza, e così siate limpidi e irreprensibili in vista del giorno di Cristo, 11 ripieni del frutto di giustizia che si ha per Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

trad. CEI: 9 Perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, 10 perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, 11 ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.

9 καὶ τοῦτο προσεύχομαι, ἵνα ἡ ἀγάπη ὑμῶν ἔτι μᾶλλον καὶ μᾶλλον περισσεύῃ ἐν ἐπιγνώσει καὶ πάσῃ αἰσθήσει, 10 εἰς τὸ δοκιμάζειν ὑμᾶς τὰ διαφέροντα, ἵνα ἦτε εἰλικρινεῖς καὶ ἀπρόσκοποι εἰς ἡμέραν Χριστοῦ, 11 πεπληρωμένοι καρπὸν δικαιοσύνης τὸν διὰ Ἰησοῦ Χριστοῦ εἰς δόξαν καὶ ἔπαινον θεοῦ.

Ancora una carità che deve crescere senza limiti. La misura dell'amore è amare senza misura, scrive S. Bernardo. Paolo aggiunge che essa deve essere piena di conoscenza: si deve amare sapendo cogliere pienamente la realtà. Possiamo arrivare al giudizio "stracarichi di frutto" soltanto così, con un "amore oculato", che sa cogliere "ciò che fa la differenza". In ogni situazione c'è sempre un comportamento, una parola, una reazione che fa la differenza. Lo si vede in Gesù, e nei santi, mai scontati, banali, prevedibili. In ogni loro movimento si vede un che di diverso, nuovo, sorprendente: quello che fa la differenza, e che manifesta la bellezza di Dio. Lo Spirito Santo ci guidi a distinguerlo.

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