II domenica di quaresima, anno A: Salmo 33,18

Ruminare i Salmi - Salmo 33 (Vulgata / liturgia 32),18:

CEI Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore.
TILC Il Signore veglia su chi crede in lui,
su chi spera nel suo amore.
NV Ecce oculi Domini super metuentes eum,
in eos, qui sperant super misericordia eius.

2 Timoteo 1,9: Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia.
Matteo 17,2.5: Gesù fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole. …
Ed ecco una voce dalla nube, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

Tommaso d’Aquino: Speranza e timore sono reciprocamente necessari, perché il timore senza la speranza dispera, la speranza senza il timore presume. Il timore nasce dalla considerazione del potere di Dio, la speranza della sua misericordia. (Dicit ergo ‘Ecce oculi Domini’. Divinam enim misericordiam insinuat per respectum Dei. Psalm. 118: Aspice in me, et miserere mei. In quo autem respicit, subdit, Super metuentes etc. Habac. 1: Mundi sunt oculi tui ne videas malum, et respicere ad iniquitatem non poteris. Respice ergo super eos, qui timorem habent et spem. Unum sine altero non sufficit; quia timor sine spe desperat, et spes sine timore praesumit. Timor autem consurgit ex consideratione divinae potestatis. Hier. 10: Quis non timebit te o rex gentium? Spes vero consurgit ex Dei misericordia. Ex primo consurgit fuga peccati, ex secundo spes veniae.)

Lo sguardo amante del Padre si posa sul volto dell’amato Figlio e lo irradia di luce, facendone il sole della nuova creazione. Lo stesso sguardo riposa su chi è attento alla parola del Figlio e in essa fonda la propria speranza, facendolo figlio per grazia.


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