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La via del cuore

Segnalo che è in libreria un mio libretto (EDB, 78 pagine, 6,90 euro): La Via del cuore . Scopo è «presentare la struttura portante dell'esperienza cristiana» e la sua essenzialità: vivere nello Spirito a partire dal cuore, inteso come «intimo centro vertice della persona, nascosto punto di contatto tra Dio e uomo e organo di comunione spirituale». Nell'attuale Babele comunicativa e in in'epoca di incontri e scontri tra culture e religioni, il cristiano deve abitare il mistero di Cristo e di lì mettersi in dialogo col mondo. Solo in questo modo gli apostoli poterono farsi comprendere da tutti gli stranieri presenti in Gerusalemme, il mattino di Pentecoste. La riflessione si muove tra l'introspezione psicologica e la riflessione spirituale vera e propria, invitando il lettore a compiere un viaggio interiore per giungere all'essenziale dell'esperienza cristiana. Sommario: Introduzione. I. Caduta. 1. Psiche e cuore. 2. Il cuore in Dio. 3. Il cuore nel mondo. 4. Un

Terra e cielo

Un pensiero di S. Agostino, dall'ufficio delle letture della festa dell'Ascensione (Sermo 263/A, De Ascensione Domini, 1): Cur non etiam nos ita laboramus in terris, ut per fidem, spem, caritatem, qua illi conectimur, iam cum illo requiescamus in caelis? Ille, cum ibi est, etiam nobiscum est; et nos, cum hic sumus, etiam cum illo sumus. Illud ipse et divinitate et potestate et dilectione; hoc autem nos, etsi divinitate non possumus sicut ipse, dilectione tamen possumus, sed in ipsum. Perché anche noi, qui in terra, non ci adoperiamo a far sì che, per mezzo della fede, della speranza e della carità che ci uniscono a lui, già riposiamo con lui nei cieli? Cristo, pur essendo nei cieli, è anche con noi; e noi, pur stando qui in terra, siamo anche con lui. Egli lo può fare per la divinità, la potenza e l'amore; noi, anche se non possiamo farlo per la divinità come lui, tuttavia lo possiamo con l'amore, però in lui. Esiste un legame tra noi sulla terra e Cristo in cielo, per

Servi o cavalieri

Wer dient, sagt: "Ich bin nicht für mein Behagen da, sondern für einen Menschen oder für eine Sache oder für eine Aufgabe". Und nun scheiden sich die Wege: Knechtsdienst oder Ritterdienst. Der Knecht dient, weil er Lohn will oder weil er gezwungen wird. Der Ritterliche dient, weil es einer großen Sache gilt, unabhängig von Vorteil und Zweck. Daß die Sache siege, das ist sein Wille. Er dient nicht gezwungen, sondern aus freier Hingabe. Chi serve dice: "Non sono qui per il mio piacere, ma per una persona, per una cosa, per un compito". E ora le strade si dividono: servizio da servo o da cavaliere. Il servo serve per essere ricompensato o perché costretto. Il cavaliere perché c'è in gioco una grande causa, indipendentemente da vantaggio e interesse. Che la causa vinca, questo è il suo volere. Non serve costretto, ma per libera dedizione. (Romano Guardini, Briefe über Selbstbildung - Lettere sull'autoformazione)

Il mondo futuro

Πρὸς οὖν τὸν ἐξ ἀναστάσεως βίον καταρτίζων ἡμᾶς ὁ Κύριος, τὴν εὐαγγελικὴν πᾶσαν ἐκτίθεται πολιτείαν, τὸ ἀόργητον, τὸ ἀνεξίκακον, τὸ φιληδονίας ἀῥῥύπωτον, τὸ ἀφιλάργυρον τοῦ τρόπου νομοθετῶν· ὥστε ἅπερ ὁ αἰὼν ἐκεῖνος κατὰ τὴν φύσιν κέκτηται, ταῦτα προλαβόντας ἡμᾶς ἐκ προαιρέσεως κατορθοῦν. Εἰ τοίνυν τις ὁριζόμενος εἴποι τὸ Εύαγγέλιον εἶναι τοῦ ἐξ ἀναστάσεως βίου προδιατύπωσιν, οὐκ ἄν μοι δοκῇ τοῦ προσήκοντος ἁμαρτεῖν. Rendendoci atti a quella vita che nasce dalla risurrezione, il Signore ci propone tutto uno stile di vita evangelico, prescrivendo che non ci adiriamo, che siamo pazienti nelle avversità e puri dall'attaccamento ai piaceri e al denaro. In tal modo ciò che quel mondo possiede per natura, lo realizziamo in anticipo già qui con la nostra scelta. Se si volesse dare una sintesi, non mi sembrerebbe sbagliato dire: il Vangelo è prefigurazione della vita che scaturisce dalla risurrezione. (S. Basilio, Lo Spirito Santo 15,35) Singolare che l'ultima frase ("Se si voless

5 aprile 2009, domenica delle Palme

Come riflessione sulla Domenica delle Palme propongo questa parafrasi/sintesi della seconda lettura nell'ufficio delle letture, dal Discorso 9 (sulle Palme) di S. Andrea, vescovo a Creta dal 700 al 740 ca.: Venite, andiamo incontro a Cristo, che si avvia liberamente verso la sua passione. Imitiamo coloro che gli andarono incontro, e facciamo di noi stessi, delle nostre vite, un mantello da stendere sulla sua strada. Questo non significa affatto essere calpestati e umiliati. Egli è mansueto, mite, umile: di fronte a questa sua umiltà noi ci inchiniamo. Riceviamo così in noi stessi colui che nessun luogo può contenere. Proprio nella comunione alla sua umiltà siamo sollevati fino al cielo. Sottomettiamo a lui non qualche cosa ma noi stessi, l'intimo. Ogni parte del nostro essere diventi come un ramo di palma che, insieme ai bambini della città santa, agitiamo festosi gridando: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

L'Anticristo

L'Anticristo mira a gestire ogni uomo sotto ogni aspetto, a creare una situazione in cui - dietro lo schermo del progresso - non si abbia più il controllo di niente, nemmeno delle cose più elementari, e si dipenda sempre più integralmente da una organizzazione impersonale. A tal fine impiega - e piega - il potere politico, economico, ideologico. E' dotato di straordinarie capacità tecnologiche e scientifiche. Promette salvezza subito: attendere è indegno dell'uomo. Persegue i propri obiettivi prospettando all'umanità la soluzione dei suoi problemi: è un filantropo. Ma filantropo di massa: non guarda al singolo, non ha riguardo per la persona, gli interessa solo la massa. Perciò non ha nemmeno rispetto per la vita.  Cerca la pace, se necessario imponendola. E' di larghe vedute, e quindi esige che si abbandoni ogni rigidità dogmatica. Perciò non tollera chi rifiuta di sistemare il proprio dio in una delle nicchie del Pantheon comune. Cerca di sovvertire ogni tradizion

Passioni /2

Prima di continuare: teniamo presente che stiamo parlando di "passione" in senso negativo, come "vizio" o, biblicamente, come "idolatria". La passione si costruisce e si alimenta attraverso il pensiero passionale (loghismos, cogitatio), che possiamo definire come "rappresentazione (fantasia) di cose o persone ricercate come strumento di autosufficienza". Se infatti gli oggetti delle passioni sono vari, ciò che c'è sotto è una cosa sola: la volontà di trovare la vita in se stessi, l'ebbrezza del riuscire da soli, ossia la superbia. Ora, tale ebbrezza è possibile solo quando siamo sufficientemente gratificati, ossia quando godiamo senza soffrire. Un oggetto diventa quindi passionale quando serve a procurarsi un piacere e a fuggire un dolore. Possiamo anche dire: a perseguire la riuscita e evitare il fallimento.  Nel pensiero passionale si distingue l'assalto, il semplice presentarsi della fantasia, che non dipende da noi e non è in sé c

Passioni /1

"Passione" è qualcosa rispetto a cui sono passivo, che subisco; ciò che esercita su di me un influsso a cui non riesco a sottrarmi. Ora, il fatto di avere questa caratteristica è già di per sé il marchio di fabbrica del male. Perché ciò che è buono fa sempre appello alla mia libertà e mobilita le mie risorse. Ciò che è male cerca invece semplicemente di trascinarmi. Dio non saprebbe che farsene di trascinarmi, al demonio invece va benissimo. La passione dunque è sempre distruttiva. Essa si determina in base al suo oggetto (che in sé non è un male), e può manifestarsi negli eccessi opposti, che alla fine però sono comunque frutto di un rapporto scorretto con il suo oggetto, e dunque della stessa passione, p. es. avarizia e prodigalità. Quali sono gli oggetti delle passioni? 1. l'ego (superbia) 2. i beni materiali (avarizia) 3. il piacere sessuale (lussuria) 4. i beni altrui (invidia) 5. il cibo (gola) 6. la giustizia (ira) 7. la tranquillità (accidia). Devo pertanto discer

I vizi capitali

Qualche giorno fa cercavo in rete un rapidissimo compendio sui vizi capitali. Insoddisfatto dei risultati, me lo sono fatto da me, eccolo: 1. Superbia. In senso ampio non è un vizio ma la radice di ogni vizio, in quanto è volontà di rendersi autonomi da Dio, cercando la vita senza (o contro) di lui. In senso stretto è il desiderio sregolato di affermare la propria eccellenza e la superiorità del proprio ego. Ciò porta anche al desiderio esagerato di apprezzamento, lode, etc., cosa che nella tradizione orientale è un vizio a sé: la vanagloria. 2. Avarizia. Far consistere la propria vita nei beni materiali e, in generale, avere con essi un rapporto sbagliato (nota: anche la prodigalità rientra in questo vizio). 3. Lussuria (o fornicazione). Desiderio e ricerca del piacere sessuale fine a se stesso. Il suo imperativo è "tu devi possedere l'altro". 4. Invidia. Cattivo rapporto con i beni altrui (di ogni tipo), in forza del quale essi diventano motivo di ostilità nei confronti