5 aprile 2009, domenica delle Palme
Come riflessione sulla Domenica delle Palme propongo questa parafrasi/sintesi della seconda lettura nell'ufficio delle letture, dal Discorso 9 (sulle Palme) di S. Andrea, vescovo a Creta dal 700 al 740 ca.:
Venite, andiamo incontro a Cristo, che si avvia liberamente verso la sua passione. Imitiamo coloro che gli andarono incontro, e facciamo di noi stessi, delle nostre vite, un mantello da stendere sulla sua strada. Questo non significa affatto essere calpestati e umiliati. Egli è mansueto, mite, umile: di fronte a questa sua umiltà noi ci inchiniamo. Riceviamo così in noi stessi colui che nessun luogo può contenere. Proprio nella comunione alla sua umiltà siamo sollevati fino al cielo. Sottomettiamo a lui non qualche cosa ma noi stessi, l'intimo. Ogni parte del nostro essere diventi come un ramo di palma che, insieme ai bambini della città santa, agitiamo festosi gridando: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
Venite, andiamo incontro a Cristo, che si avvia liberamente verso la sua passione. Imitiamo coloro che gli andarono incontro, e facciamo di noi stessi, delle nostre vite, un mantello da stendere sulla sua strada. Questo non significa affatto essere calpestati e umiliati. Egli è mansueto, mite, umile: di fronte a questa sua umiltà noi ci inchiniamo. Riceviamo così in noi stessi colui che nessun luogo può contenere. Proprio nella comunione alla sua umiltà siamo sollevati fino al cielo. Sottomettiamo a lui non qualche cosa ma noi stessi, l'intimo. Ogni parte del nostro essere diventi come un ramo di palma che, insieme ai bambini della città santa, agitiamo festosi gridando: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
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