Passioni /2

Prima di continuare: teniamo presente che stiamo parlando di "passione" in senso negativo, come "vizio" o, biblicamente, come "idolatria". La passione si costruisce e si alimenta attraverso il pensiero passionale (loghismos, cogitatio), che possiamo definire come "rappresentazione (fantasia) di cose o persone ricercate come strumento di autosufficienza". Se infatti gli oggetti delle passioni sono vari, ciò che c'è sotto è una cosa sola: la volontà di trovare la vita in se stessi, l'ebbrezza del riuscire da soli, ossia la superbia. Ora, tale ebbrezza è possibile solo quando siamo sufficientemente gratificati, ossia quando godiamo senza soffrire. Un oggetto diventa quindi passionale quando serve a procurarsi un piacere e a fuggire un dolore. Possiamo anche dire: a perseguire la riuscita e evitare il fallimento. 
Nel pensiero passionale si distingue l'assalto, il semplice presentarsi della fantasia, che non dipende da noi e non è in sé colpevole, e il consenso, la sua accoglienza favorevole, il trovarci gusto (che c'è anche quando si tratta di un pensiero sgradevole) e dargli spazio. Questo processo termina nell'azione (comunque configurata, può essere anche puramente interiore), nella concreta attuazione della ricerca del piacere e/o della fuga dal dolore.
Con la ripetizione di questo processo si produce nella persona uno stato di tensione abituale verso qualcosa che appare strumento di riuscita o salvezza dal fallimento, appunto la passione.
Ogni pensiero passionale contiene però un'energia che viene in ultima istanza dal Maligno. Perciò compiacersene e accettarlo significa aprire le porte al cavallo di Troia, colmo di soldati nemici. Quando il nostro pensiero si mescola con la fantasia dell'assalto demoniaco trovandolo "gustoso", la nostra energia spirituale si mescola con quella degli spiriti maligni e si lascia intossicare dal suo veleno. La metafora del mangiare un frutto avvelenato calza benissimo (cf. Gen 3,6). Il cuore vive in uno stato contro natura, in un'atmosfera irrespirabile, sta male, si trova "arso di empietà dalla salsedine dei pensieri degli spiriti maligni" (Esichio, A Teodulo 50). Servendosi della nostra fantasia, cioè di rappresentazioni illusorie, Satana, illusionista per eccellenza, ci induce a farci esecutori della sua volontà, che è sempre volta in sostanza alla nostra morte; e ci introduce in un processo che di per sé tende - salvo forze in contrario - a porre tutta quanta la vita umana sotto l'influenza del Maligno e assimilarsi progressivamente a lui. La caratteristica dello spirito è sempre, infatti, la dinamicità: lo spirito, buono o cattiva che sia, non resta mai fermo, non "si accontenta" mai, ma tenderà a conquistare sempre più spazio fino a impadronirsi del tutto.

Commenti

  1. la vita vola via come un sogno e speso non riesci a far nulla prima che ti sfugga l'istante della sua pienezza. Per questo è fondamentale apprendere l'arte del vivere, fra tutte la più ardua ed essenziale: colmare ogni istante di un contenuto sostanziale, nella consapevolezza che esso non si ripeterà mai più come tale.
    pavel Florenskij

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