Pensieri a zig-zag su granaglie, chicchi e granelli, di don Marco Pratesi, prete-di-Prato
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Parte questa nuova tappa, prosecuzione del cammino iniziato cinque anni fa con "Lo Zabaione"; cammino a zig-zag, certo, però non privo di una sua meta. Quale? Ma lo sapremo alla fine!
Riproduco qui un mio vecchio articolo, che ritengo molto interessante in quanto analizza un aspetto significativo del pensiero di S. Massimo il Confessore. L'indicazione della pagina, sia per il testo che per le note, riguarda l'edizione a stampa, in modo che - volendo - si possa citare come dall'originale. L'articolo, che reca in appendice una mia traduzione del testo al quale si riferisce, è apparso su Prometheus , XIII/1 (1987), alle pp. 72-90. Sommario 1. La dottrina della QT 58. 2. La condizione di Adamo nell'Eden. 3. La traiettoria della creatura spirituale. 4. La scelta filautica e la ricerca del piacere sensibile. 5. L'esperienza del dolore e il suo significato. 6. Il dolore dell'anima esito della gioia sensibile. 7. La gioia dell'anima causa ed esito del dolore sensibile. Appendice : QUESTIONE 58 A TALASSIO (PG 90, 592D-600B) Note Marco Pratesi FILAUTIA, PIACERE E DOLORE NELLA QUESTIONE 58 A TALASSIO DI S. MA...
La scena del banchetto nuziale di Cechov realizzata da Claudio Morganti assomiglia un po' a quella dell'ultima cena: un ampio tavolo lungo il quale sono disposti i convitati. Solo che qui manca completamente un centro, in senso materiale e ideale. La rappresentazione si dipana in maniera del tutto priva di trama, nel susseguirsi (o meglio accavallarsi) dei discorsi dei vari personaggi, che vorrebbero essere un dialogo. Dico vorrebbero, perché in effetti non c'è nessun dialogo e ciascuno segue la propria linea in maniera autonoma, senza che mai ci sia vera interazione: una serie di cammini paralleli che mai s'incontrano. Non è difficile individuare per ogni personaggio il motivo conduttore, vedere su quale binario cammini mentre gli altri a loro volta, senza ascoltarlo, camminano sul proprio. La rappresentazione di persone che gesticolano chiuse nel proprio mondo è il cuore del dramma. Esemplare da questo punto di vista la figura del vecchio «generale» di marina, dall...
Beethoven ha usato il testo di un'ode di Schiller, con non piccoli adattamenti. Intanto ha composto un testo introduttivo, che veramente non è un granché, che recita: O Freunde, nicht diese Töne! Sondern laßt uns angenehmere anstimmen, und freudenvollere! Freude! Amici, non questi suoni! Intoniamone piuttosto altri, più gradevoli e gioiosi! Gioia! L'esortazione a "cambiare musica" si riferisce alla musica che precede immediatamente, da qualcuno - piuttosto propenso a drammatizzare - chiamata "fanfara dell'orrore" e al recitativo (strumentale), i quali creano una tensione che domanda di essere risolta. Come nelle opere, negli oratori, etc… la tensione creata dal recitativo viene risolta nell'aria seguente, qui viene risolta nel dispiegarsi delle strofe dell'inno alla gioia. Ed ecco la prima strofa: Freude, schöner Götterfunken, Tochter aus Elysium, Wir betreten feuertrunken, Himmlische, dein Heiligtum! Deine Zauber binden wieder, Was die Mode stre...
Spero che la fine sia la...Fine :-D
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