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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

2 ottobre 2011 - XXVII domenica del tempo ordinario

Filippesi 4,6-7 Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. μηδὲν μεριμνᾶτε, ἀλλ' ἐν παντὶ τῇ προσευχῇ καὶ τῇ δεήσει μετὰ εὐχαριστίας τὰ αἰτήματα ὑμῶν γνωριζέσθω πρὸς τὸν θεόν. καὶ ἡ εἰρήνη τοῦ θεοῦ ἡ ὑπερέχουσα πάντα νοῦν φρουρήσει τὰς καρδίας ὑμῶν καὶ τὰ νοήματα ὑμῶν ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ. Nihil solliciti sitis, sed in omni oratione, et obsecratione, cum gratiarum actione petitiones vestræ innotescant apud Deum. Et pax Dei, quæ exuperat omnem sensum, custodiat corda vestra, et intelligentias vestras in Christo Iesu. A. Commento a Mt 5,9 "Beati pacifici, quoniam filii Dei vocabuntur" (Super Mt., cap. 5 lectio 2): La pace si ha quando ogni cosa sta al suo posto: 1. l'anima umana sta soggetta a Dio 2. nell'uomo le facoltà inferiori stanno soggette alla ragione 3. l'uomo st

25 settembre 2011 - XXVI domenica del tempo ordinario

Sul passo di Filippesi 2,6-7 vedi la domenica delle palme 2011 e anche la pasqua dello stesso anno (2c).

18 settembre 2011 - XXV domenica del tempo ordinario

Filippesi 1,21 Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. ἐμοὶ γὰρ τὸ ζῆν Χριστὸς καὶ τὸ ἀποθανεῖν κέρδος. Mihi enim vivere Christus est, et mori lucrum. Al momento della trasfigurazione, i tre apostoli sono presi da timore, e cadono. Gesù li solleva e li conforta. Il risultato di tale incoraggiamento è che essi "non videro più nessuno se non Gesù solo" (Mt 17,6-7). Consolàti da Cristo, essi vedono solo lui, non trovando gioia e consolazione in nessun altro, secondo il detto paolino di Fil 1,21: "Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno". Super Mt., cap. 17 l. 1: Posita transfiguratione, hic ponitur effectus in discipulis. Et primo ponitur timor; secundo confortatio Christi contra timorem; tertio effectus. Secunda ibi et accessit Iesus etc.; tertia ibi levantes autem oculos suos neminem viderunt. Dicit ergo "et audientes". Audierunt vocem patris de nube, sicut dicitur II Petr. I, 18: hanc vocem audivimus, cum essemus in monte. Et p

11 settembre 2011 - XXIV domenica del tempo ordinario

Romani 14,7-8 Nessuno di noi vive infatti per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. οὐδεὶς γὰρ ἡμῶν ἑαυτῷ ζῇ, καὶ οὐδεὶς ἑαυτῷ ἀποθνῄσκει: ἐάν τε γὰρ ζῶμεν, τῷ κυρίῳ ζῶμεν, ἐάν τε ἀποθνῄσκωμεν, τῷ κυρίῳ ἀποθνῄσκομεν. ἐάν τε οὖν ζῶμεν ἐάν τε ἀποθνῄσκωμεν, τοῦ κυρίου ἐσμέν. Nemo enim nostrum sibi vivit, et nemo sibi moritur. 8 Sive enim vivemus, Domino vivimus; sive morimur, Domino morimur. Sive ergo vivimus, sive morimur, Domini sumus. S. Tommaso, Super Mt., cap. 22 lectio 3: Gesù discute con i sadducei, i quali negano la risurrezione, mostrando che non comprendono la Scrittura: "Io sono il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe". Dio è "di qualcuno" quando viene adorato da qualcuno. Dunque essi vivono. Ma non con il corpo, bensì con l'anima. E che c'entra allora con la risurrezione? Se l'anima è viva, per natura