Pier Paolo Pasolini, Porcile
Desolato e desolante, Porcile racconta il malessere di Julian, nel quale si ravvisa agevolmente lo stesso Pasolini, impigliato nella duplice rete del mondo esteriore e interiore. Il primo è rappresentato dai Klotz, i suoi genitori, ricchi borghesi, dei quali è figlio «né ubbidiente né disubbidiente», e dalla sua ragazza, Ida, con la quale non riesce a trovare un rapporto definito e sereno. In questo mondo Julian è un disadattato, che cerca rifugio altrove, appunto nel porcile della fattoria di cui è proprietaria la famiglia. Qui egli è solito rifugiarsi segretamente per misteriosi appuntamenti non meglio identificati (il testo rimane ambiguo e non occorre definire, anzi è bene mantenere il mistero). Qui, in questa cifra del mondo interiore, ritrova se stesso, o almeno ci prova. L'esito di questo tentativo sarà infatti tragico: i porci lo divoreranno interamente, senza lasciar di lui "nemmeno un capello", e del suo tormentato passaggio in questo mondo non resterà traccia ...