5 febbraio 2012 - V domenica del tempo ordinario
1Corinzi 9,22 Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. ἐγενόμην τοῖς ἀσθενέσιν ὡς ἀσθενής, ἵνα τοὺς ἀσθενεῖς κερδήσω· τοῖς πᾶσι γέγονα τὰ πάντα, ἵνα πάντως τινὰς σώσω. Factus sum infirmis infirmus, ut infirmos lucrifacerem. Omnibus omnia factus sum, ut omnes facerem salvos. S. Paolo non fa altro che quanto ha fatto Gesù: non si è tenuto separato, non ha temuto di accostarsi ai peccatori, ai "deboli" nella fede, per portare a tutti la buona notizia dell'amore di Dio. Non sarebbe stato meglio che Gesù, il Figlio di Dio, conducesse vita austera e ascetica, come e più di Giovanni il Battista? Si veda A. Ma effettivamente non esiste il dovere di non frequentare cattive compagnie? Nel commento a Matteo 9,11 ("Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?", B.), S. Tommaso nota che talvo...