3 luglio 2011 - XIV domenica del tempo ordinario
Romani 8,12-13 Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Ἄρα οὖν, ἀδελφοί, ὀφειλέται ἐσμέν, οὐ τῇ σαρκὶ τοῦ κατὰ σάρκα ζῆν: εἰ γὰρ κατὰ σάρκα ζῆτε μέλλετε ἀποθνῄσκειν, εἰ δὲ πνεύματι τὰς πράξεις τοῦ σώματος θανατοῦτε ζήσεσθε. Ergo fratres, debitores sumus non carni, ut secundum carnem vivamus. Si enim secundum carnem vixeritis, moriemini; si autem spiritu facta carnis mortificaveritis, vivetis. Sul termine "carne" e "carnale" si equivoca spesso. In Iª-IIae q. 72 a. 2 S. Tommaso constata appunto una diversità tra il modo di esprimersi di S. Paolo e di S. Gregorio Magno. L'apostolo intende per "opere della carne" tutti i peccati (ad es. Gal 5,19-21: "fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, in