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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

La donna nella "Casa di Bambola"

"Quale bellezza! Ma non ha cervello". Con le celebri parole della volpe che trova una maschera teatrale abbandonata in campagna si potrebbe sintetizzare l'atteggiamento paternalista che la buona borghesia della Norvegia luterana di fine '800 assume nei confronti della donna. È il tema del celebre dramma di Ibsen, oramai un classico del teatro, reso con grande concentrazione e dedizione da Roberto Valerio che, oltre ad essere impegnato in scena, ne ha curato adattamento e regia. La "bambola" - potremmo dire la "pupa" - è Nora Helmer, alle prese col suo ruolo di figlia, sposa e madre. Già, perché la drammaticità degli eventi, che si consumano interamente in un ambiente quotidiano e borghese, l'ambito appunto della "casa", è il conflitto tra il ruolo e la persona, leggi sociali e spinte personali. Ibsen denuncia un approccio che, con parola abbastanza recente, diremmo "paternalistico": quell'atteggiamento benevolo e bonario