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29 aprile 2012 - IV domenica di pasqua

1Giovanni 3,2 Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Ἀγαπητοί, νῦν τέκνα θεοῦ ἐσμεν, καὶ οὔπω ἐφανερώθη τί ἐσόμεθα. οἴδαμεν ὅτι ἐὰν φανερωθῇ ὅμοιοι αὐτῷ ἐσόμεθα, ὅτι ὀψόμεθα αὐτὸν καθώς ἐστιν. Carissimi, nunc filii Dei sumus, et nondum apparuit quid erimus. Scimus quoniam cum apparuerit, similes ei erimus, quoniam videbimus eum sicuti est. A. Quanto promettono le beatitudini, lo si consegue nella vita presente o nella futura? Tutte e due le cose. E così, per quanto riguarda il testo della 1Gv, chi già ora si fa somigliante a Dio pacificando i propri movimenti, è già figlio di Dio. Ma lo sarà perfettamente solo in patria. Summa Theologiae Iª-IIae q. 69 a. 2: Videtur quod praemia quae attribuuntur beatitudinibus, non pertineant ad hanc vitam. SEMBRA che i premi assegnati alle beatitudini non appartengano a questa vit

22 aprile 2012 - III domenica di pasqua

1Giovanni 2,3-5 Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Καὶ ἐν τούτῳ γινώσκομεν ὅτι ἐγνώκαμεν αὐτόν, ἐὰν τὰς ἐντολὰς αὐτοῦ τηρῶμεν. ὁ λέγων ὅτι Ἔγνωκα αὐτόν, καὶ τὰς ἐντολὰς αὐτοῦ μὴ τηρῶν, ψεύστης ἐστίν, καὶ ἐν τούτῳ ἡ ἀλήθεια οὐκ ἔστιν: ὃς δ' ἂν τηρῇ αὐτοῦ τὸν λόγον, ἀληθῶς ἐν τούτῳ ἡ ἀγάπη τοῦ θεοῦ τετελείωται. Et in hoc scimus quoniam cognovimus eum, si mandata eius observemus. Qui dicit se nosse eum, et mandata eius non custodit, mendax est, et in hoc veritas non est. Qui autem servat verbum eius, vere in hoc caritas Dei perfecta est Summa Theologiae IIª-IIae q. 104 a. 3: Videtur quod obedientia sit maxima virtutum. SEMBRA che l'obbedienza sia la più grande delle virtù.  ... Respondeo dicendum quod sicut peccatum consistit in hoc quod homo, contempto Deo,

15 aprile 2012 - II domenica di pasqua

1Giovanni 5,4-5 Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? ... ὅτι πᾶν τὸ γεγεννημένον ἐκ τοῦ θεοῦ νικᾷ τὸν κόσμον: καὶ αὕτη ἐστὶν ἡ νίκη ἡ νικήσασα τὸν κόσμον, ἡ πίστις ἡμῶν. τίς [δέ] ἐστιν ὁ νικῶν τὸν κόσμον εἰ μὴ ὁ πιστεύων ὅτι Ἰησοῦς ἐστιν ὁ υἱὸς τοῦ θεοῦ; Quoniam omne quod natum est ex Deo, vincit mundum; et haec est victoria, quae vincit mundum, fides nostra. Quis est, qui vincit mundum, nisi qui credit quoniam Jesus est Filius Dei? Nel proemio del commento al Simbolo degli apostoli, S. Tommaso tratta della fede. Essa è il primo bene per il cristiano, in quanto mediante essa: * l'anima si unisce a Dio * si inizia già ora la vita eterna * si imposta correttamente la vita terrena * si vincono le tentazioni, dal diavolo, dal mondo e dalla carne. A proposito della tentazione dal mondo, si cita il nostro passo della Prima Lettera di