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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

4 settembre 2011 - XXIII domenica del tempo ordinario

Romani 13,8-10 Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità. Μηδενὶ μηδὲν ὀφείλετε, εἰ μὴ τὸ ἀλλήλους ἀγαπᾶν: ὁ γὰρ ἀγαπῶν τὸν ἕτερον νόμον πεπλήρωκεν. τὸ γὰρ Οὐ μοιχεύσεις, Οὐ φονεύσεις, Οὐ κλέψεις, Οὐκ ἐπιθυμήσεις, καὶ εἴ τις ἑτέρα ἐντολή, ἐν τῷ λόγῳ τούτῳ ἀνακεφαλαιοῦται, [ἐν τῷ] Ἀγαπήσεις τὸν πλησίον σου ὡς σεαυτόν. ἡ ἀγάπη τῷ πλησίον κακὸν οὐκ ἐργάζεται: πλήρωμα οὖν νόμου ἡ ἀγάπη. Nemini quidquam debeatis, nisi ut invicem diligatis: qui enim diligit proximum, legem implevit. Nam "non adultabis, non occides, non furaberis, non falsum testimonium dices, non concupisces", et si quod est aliud mandatum, in hoc verbo instauratur: &quo

28 agosto 2011 - XXII domenica del tempo ordinario

Romani 12,1-2 Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Παρακαλῶ οὖν ὑμᾶς, ἀδελφοί, διὰ τῶν οἰκτιρμῶν τοῦ θεοῦ, παραστῆσαι τὰ σώματα ὑμῶν θυσίαν ζῶσαν ἁγίαν εὐάρεστον τῷ θεῷ, τὴν λογικὴν λατρείαν ὑμῶν: καὶ μὴ συσχηματίζεσθε τῷ αἰῶνι τούτῳ, ἀλλὰ μεταμορφοῦσθε τῇ ἀνακαινώσει τοῦ νοός, εἰς τὸ δοκιμάζειν ὑμᾶς τί τὸ θέλημα τοῦ θεοῦ, τὸ ἀγαθὸν καὶ εὐάρεστον καὶ τέλειον. Obsecro itaque vos fratres per misericordiam Dei, ut exhibeatis corpora vestra hostiam viventem, sanctam, Deo placentem, rationabile obsequium vestrum. Et nolite conformari huic sæculo, sed reformamini in novitate sensus vestri, ut probetis quæ sit voluntas Dei bona, et beneplacens, et perfecta. Il "culto spirituale" è

21 agosto 2011 - XXI domenica del tempo ordinario

Romani 11,33 O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Ὦ βάθος πλούτου καὶ σοφίας καὶ γνώσεως θεοῦ: ὡς ἀνεξεραύνητα τὰ κρίματα αὐτοῦ καὶ ἀνεξιχνίαστοι αἱ ὁδοὶ αὐτοῦ. O altitudo divitiarum sapientiae, et scientiae Dei! quam incomprehensibilia sunt iudicia eius, et investigabiles viae eius! Nelle creature c'è una certa somiglianza col Creatore. Si può dire - e che cosa significa - che esse sono un "vestigio" del creatore? "Vestigio" è la traccia lasciata sul terreno, mediante la quale si può "investigare", mettersi sulle tracce di qualcuno e seguirne il cammino. S. Paolo, dicendo: "le vie di Dio sono inaccessibili (greco ἀν-εξ-ιχνίαστοι, latino in-vestigabiles), sembra negarlo. Tre cose sono proprie di una traccia: 1. somiglianza 2. imperfezione della somiglianza 3. rimando all'autore. Ora, questo avviene per le creature: esse danno una notizia con

15 agosto 2011 - Assunzione della B. V. Maria

1Corinzi 15,24 Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. εἶτα τὸ τέλος, ὅταν παραδιδῷ τὴν βασιλείαν τῷ θεῷ καὶ πατρί, ὅταν καταργήσῃ πᾶσαν ἀρχὴν καὶ πᾶσαν ἐξουσίαν καὶ δύναμιν. Deinde finis, cum tradiderit regnum Deo et Patri, cum evacuaverit omnem principatum, et potestatem, et virtutem. Cristo risorto "ridurrà al nulla" i suoi nemici (dei quali l'ultimo è la morte). Ma essi non sono già ora sconfitti? S. Tommaso (Super I Cor. [reportatio vulgata], cap. 15 l. 3) risponde: Cristo esercita già il potere sui nemici, e lo fa in due modi 1. convertendoli 2. mettendoli ugualmente a servizio del suo progetto e punendoli; ma ora essi sono sottoposti soltanto al potere della sua divinità, mentre alla fine lo saranno anche della sua umanità (rappresentata dai "piedi" di cui parla il Sal 110,1). In merito Origene ha errato, ritenendo che l'unico modo in cui Dio può regnare sia i

14 agosto 2011 - XX domenica del tempo ordinario

Romani 11,29 Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili. ἀμεταμέλητα γὰρ τὰ χαρίσματα καὶ ἡ κλῆσις τοῦ θεοῦ. Sine poenitentia enim sunt dona et vocatio Dei. Troviamo l'affermazione paolina estesa e applicata a diversi ambiti. Il primo è quello del dono fondamentale: l'essere. S. Massimo il Confessore, Centurie sulla carità, III, 28: κη΄. Οἱ μέν Ἕλληνες ἐξ ἀϊδίου λέγοντες συνυπάρχειν τῷ Θεῷ τήν τῶν ὄντων οὐσίαν, τάς δέ περί αὐτήν ποιότητας μόνον ἐξ αὐτοῦ ἐσχηκέναι, τῇ μέν οὐσίᾳ οὐδέν λέγουσιν ἐναντίον· ἐν δέ ταῖς ποιότησι μόναις, τήν ἐναντίωσιν εἶναι. Ἡμεῖς δέ μόνην λέγομεν τήν θείαν οὐσίαν μέ ἔχειν τι ἐναντίον, ὡς ἀΐδιόν τε οὖσαν καί ἄπειρον, καί ἀϊδιότητος ταῖς ἄλλαις χαριστικήν· τῇ δέ τῶν ὄντων οὐσίᾳ, εἶναι μέν τό μή ὄν ἐναντίον· καί ἐν τῇ ἐξουσίᾳ τοῦ κυρίως ὄντος ὑπάρχειν, τό ἀεί εἶναι αὐτήν ἤ μή εἶναι, ἀμεταμέλητα δέ εἶναι τά χαρίσματα αὐτοῦ. Καί διά τοῦτο, καί ἔστιν ἀεί, καί ἔσται τῇ παντοκρατορικῇ δυνάμει διακρατουμένη, εἰ καί ἔχει τό μή ὄν ἐναντίον, ὡς εἴρ